4. Mi svegliai contro il suo corpo, il mattino seguente. Per la precisione mi svegliai quando Wymar chiamò perché gli portassero qualcosa da mangiare. Mentre uno dei suoi soldati entrava con la colazione mi seppellii sotto alle coperte, vergognosa. Ripensai anche a quando, non molto tempo prima, la mia cameriera mi portava il tè tutte le mattine, per poi aiutarmi a fare toletta e a vestirmi. «Che cosa c’è?» mormorò Wymar, sollevandomi il mento. «Niente» risposi. Lui prese un biscotto e me lo portò alle labbra. Lo mangiai dalle sue mani. «È questo, sai? Il tuo contegno. Il modo naturale in cui ti lasci servire. Non perché tu sia viziata, ma solo perché sei abituata così. La maggior parte dei soldati ti tratta come una signora. Be’, non Romal, magari». «Sono due giorni che non lo vedo.