Di obbedire alle mie parole si occuparono i soldati di guardia alla tenda, che scattarono immediatamente a cercare quello che chiedevo. «Qua» ordinai ai due che lo trasportavano, indicando il suo letto nella stanza interna della grande tenda. «Aiutatemi con l’armatura». Mentre gli toglievano schinieri, gambali, polsiere e via discorrendo, io gli aprivo la camicia macchiata di sangue. Non era poi così macchiata, ora me ne rendevo conto, quindi forse davvero non era niente di grave. In effetti, sembrava un semplice buchetto su un fianco, lungo solo pochi centimetri e non profondissimo. Immersi nell’acqua tiepida un panno pulito. «Grazie» dissi, meccanicamente, ai soldati che avevano portato quanto avevo chiesto e che ora assistevano con espressione ansiosa. Ripulii la ferita dal sangue