8. Cominciò a povere durante la notte. A svegliarmi furono i tuoni. Tuoni sempre più forti, come in un film sull’apocalisse, preceduti da lampi bianchi che rischiaravano tutta la casa. Ero riuscita ad andare a letto da sola, ma a quel punto fui presa da un’inquietudine sempre più forte. Uscii dalla mia camera in pigiama e andai nel salone per guardare il temporale dalla vetrata. La pioggia era come un muro d’acqua. «Se continua così, della strada non resterà niente. E anche scendere per il bosco non sarà comodo». Mi voltai. Conrad aveva in mano il cellulare, la luce del monitor gli illuminava la faccia. Non portava la benda nera. «Qua dice che per domani sono previsti altri rovesci». Sospirai. «Mi sa che davvero qualcuno mi ha fatto il malocchio. Non ne va dritta una». Conrad mollò