9. Quando mi svegliai, in realtà, lui non c’era. Era ancora presto, le otto e mezzo, e nei miei piani c’era di poltrire fino a tardi, ma mi alzai per guardare se pioveva ancora e per andare in bagno. Non pioveva più, ma il terreno doveva essere fradicio. La mia caviglia era ancora rigida, ma non mi faceva più male. Quando uscii dal bagno, sentii la voce di Conrad, nel salone. Fatto curioso, si sentiva anche un’altra voce, femminile. La famosa Edith? Presa da una curiosità un po’ morbosa, mi avvicinai in silenzio, scalza, attenta a non farmi scoprire. «...Quindi non avete neanche ancora trovato un’altra sistemazione? Non voglio insistere, Kurt, ma sei sicuro che passare tutto questo tempo con lei sia una buona idea?» A quel punto lo vedevo. Stava facendo flessioni sulle braccia, in