Capitolo due
Annabel
Sono seduta nell’ufficio di Los Angeles che condivido per lo più con i dipendenti della Divisione Nazionale Risorse. Il mio capo lavoro fuori da Langley, quindi sono l’unica professionista addetta alla sicurezza del posto, e come Charlie la mia supervisione è del tutto autonoma.
Questo mi concede mezzi e tempo per progetti di indagine personali. Sto lavorando a uno di questi dallo scorso ottobre, quando ho cercato di piratare i miei stessi registri personali e mi sono imbattuta in quelli di mio padre. Il che è strano, dato che mio padre non ha mai lavorato per la CIA.
O almeno così pensavo.
E i suoi registri erano sigillati. Ho solo visto che è stato ucciso nell’adempimento del proprio dovere a El Salvador.
Questa parte corrisponde a ciò che raccontarono al tempo alla mia famiglia. Era un maggiore dei marine, ucciso con un colpo di pistola a El Salvador mentre faceva da scorta a un ufficiale del governo di alto rango.
Così pare.
Quindi cosa stava realmente facendo a El Salvador per la CIA? La spia? Mio padre era un agente attivo? Pare di sì. Tento per la trentacinquesima volta di trovare qualche accesso illegale che mi offra maggiori informazioni. Ho una laurea in informatica, e i miei dieci anni di lavoro per la CIA mi hanno insegnato un bel po’ di cosette riguardo al sistema di sicurezza del dipartimento.
Ma sono mesi che cerco di hackerare questa cosa, senza molta fortuna. Forse è ora di tentare una via più diretta per arrivare alle informazioni. Prendo il telefono per comporre il numero del direttore della CIA Edward Scape, il capo del mio capo. È nella CIA da quarant’anni, il che significa che doveva esserci ai tempi in cui ci lavorava anche mio padre. Potrebbe essere in grado di fornire qualche informazione.
Risponde la segretaria: “Spiacente, ma il direttore Scape non è disponibile. Posso prendere un messaggio?”
Picchietto con le unghie contro alla tastiera, sicura che non richiamerà a meno che non gli fornisca un ottimo motivo per farlo. “Posso avere la sua segreteria telefonica, per favore?”
La donna esita, poi dice: “Certo. La inoltre subito.”
Ovviamente tutto ciò che finisce nella segreteria verrà registrato. Devo pensare a cosa dirgli. “Salve, agente Scape; sono l’agente Annabel Gray dell’ufficio di Los Angeles. In realtà non la sto chiamando per questioni di lavoro, ma per qualcosa di personale. Mi sono imbattuta in delle informazioni che confermano che mio padre, il maggiore Jack Gray, era un agente della CIA in operazioni clandestine. Mi chiedevo se lei potesse avere accesso alla sua cartella, o se mi potesse aggiornare su ciò che faceva qui. Può controllare le mie autorizzazioni. Non farò trapelare in alcun modo le informazioni. È solo per… motivi personali. Come forma di addio. Ero solo una ragazzina quando è morto e non avevo idea che avessimo in comune i medesimi interessi in termini di carriera. Vorrei tanto saperne di più su di lui.” Gli lascio il mio numero di telefono, ringrazio e riaggancio.
Poi tamburello ancora un po’ le dita sulla tastiera. Probabilmente non mi richiamerà.