Charlie
Tra tutti i posti possibili, trovo Frangelico proprio a Tucson.
Pare una strana coincidenza, dato che il branco di lupi che ho seguito lo scorso mese ha qui il suo quartier generale. Non sono realmente tipo da credere che sia l’universo a guidare le nostre mosse o cose del genere, ma in questo caso pare che possa essere proprio così.
Potrei andare a parlare con Jared per avere delle informazioni sulla mia identità.
Ma anche mentre ci penso, rifiuto l’idea. Non sono neanche tipo da chiedere piaceri agli altri, e non voglio certo mettermi in combutta con questa gente – con queste creature – qualsiasi cosa essi siano. Sono coinvolti in attività di dubbia legalità: combattimenti nelle gabbie e chissà che altro.
Voglio sapere cosa succede quando c’è la luna piena. Vanno a caccia e uccidono come ho fatto io? E le loro prede sono qualcosa di più significativo di una lepre? Sono domande per le quali non sono sicuro di volere una risposta, non ora che faccio ancora fatica ad accettare ciò che sono, ciò che sono diventato.
Poi, però, restare nel buio mi sembra comunque una mossa stupida.
Frangelico ha prenotato una stanza in un resort nella parte occidentale della città: Marriott Starr Pass. Vado dritto lì e striscio una chiave presa da un carrello degli inservienti per entrare nella sua stanza.
Installare le cimici nella camera è un lavoro facile, ma probabilmente non così utile. Mollo qualche dispositivo anche nei risvolti degli abiti e sotto la suola delle scarpe. Ma la cosa importante di cui avrei bisogno è il telefono. È il posto migliore dove infilare una cimice, ma anche il più difficile a cui avere accesso.
Sentendo una carta magnetica strisciare nella serratura della porta, scivolo fuori, sul terrazzo, e mi appiattisco contro alla parete. Sfiga vuole che venga dritto da quella parte. Magari ha visto la tenda che si muoveva, magari vuole solo una boccata d’aria fresca. Qualsiasi sia la risposta, devo sparire. Mi calo dal lato del terrazzo, restando appeso con le punte delle dita mentre lui rimane fermo lì, ad annusare l’aria.
Sì, lo sento annusare. Il mio udito si è amplificato da quando mi sono tramutato la prima volta sotto il comando di Jared, il mese scorso.
Inspiro dal naso, inalando pure io il suo odore. Anche il senso dell’olfatto è migliorato. Frangelico ha un odore strano: per niente simile a quello di una persona. È più un odore freddo, di terra. È… sbagliato.
Percorro silenziosamente con le mani il lato della terrazza e mi lascio cadere con leggerezza su quella sottostante. Non vedo, ma sento Frangelico che si china oltre la balaustra, come se avesse udito il mio movimento. Ma io sfreccio nell’ombra.
Il tizio è decisamente attento. Scassino la serratura della porta della terrazza ed entro nella stanza. Ho bisogno di un piano migliore per arrivare a quest’uomo, e sarà meglio che ci pensi per bene. Non sarà circondato da misure di sicurezza ma è cauto, forse addirittura paranoico. Il che significa che è chiaramente invischiato in qualcosa di illegale.
Mi sposto velocemente attraverso i corridoi dell’albergo e scendo alla reception. Usando una delle mie tante identità fasulle, prenoto una stanza per la notte, giusto in fondo al suo stesso corridoio.