11 | Alaska

1343 Words
«Tu non ci andrai, vero?» Henry è seriamente preoccupato. Mi guarda dall'alto, visto che lui è in piedi mentre io sono seduta sul letto, comodamente appoggiata alla testiera. Non che quando siamo entrambi in piedi lui non mi guardi lo stesso dall'alto, eh. Alzo gli occhi al cielo. «Certo che ci andrò.» «Ma non hai davvero intenzione di andarci da sola, vero?» Il tono di Henry è speranzoso. Mi sposto sul letto e mi metto in ginocchio sul bordo, così da essere più vicino a lui e potergli parlare faccia a faccia. «Senti, Miguel non mi ha mai scritto un messaggio se non per lavoro, okay? E se mi ha mandato un messaggio con scritto "dobbiamo parlare", significa che si tratta di qualcosa di serio. E ho intenzione di andarci, perché io e Maeve dobbiamo capire cosa diavolo sta succedendo.» Henry mi circonda le guance con le mani, sostenendo il mio sguardo. «So di essere un po' troppo protettivo nei tuoi confronti, ma cerca di capirmi. E poi perché ha scritto solo a te e vuole che vi vediate solo voi due da soli senza Maeve?» L'ultima frase è pregna di gelosia. «In realtà mi ha detto di riferire tutto a Maeve, ma che non vuole parlare con lei direttamente perché lo inquieta un po'.» Henry alza un sopracciglio, scettico. «Inquieta?» «Si, beh...» inizio divertita, «quando abbiamo conosciuto i fratelli Escobar, io e Maeve eravamo in un locale. Miguel ci provava con me e Alejandro con Maeve. Poi ci hanno messo del sonnifero nei drink e ci siamo risvegliate in un magazzino dove ci tenevano prigioniere in attesa di venderci come p********e. Eravamo sorvegliate a vista, così mentre Miguel ci teneva d'occhio ed era nella stanza con noi, Maeve ha iniziato a minacciarlo, dicendo che se fosse riuscita a liberarsi l'avrebbe torturato, ucciso e si sarebbe sbarazzata del corpo. Poi aveva elencato una serie interminabile di torture, in cui almeno la metà prevedevano il taglio o l'esplosione dei testicoli. Per poi passare a un elenco dettagliato di modi per uccidere ed eliminare il corpo senza lasciare nemmeno una misera traccia. Da allora Miguel è sempre attento a non dire nulla che potrebbe far concretizzare le minacce di Maeve.» Henry alza entrambe le sopracciglia, sorpreso, per poi scoppiare a ridere. «Beh, la tua amica sa decisamente il fatto suo.» Rido anch'io. «Si. La parte bella è che la maggior parte delle cose se l'era inventate, ma parlava così velocemente che Miguel non aveva nemmeno il tempo di analizzare quello che diceva. Povero ingenuo.» All'improvviso Henry si rabbuia. «Aspetta, hai detto che Miguel ci provava con te?» Si irrigidisce. «E domani sarete voi due da soli?» Tolgo le sue mani dal mio viso e mi metto più comoda sul letto, sedendomici a gambe incrociate. «Ma si può sapere perché sei così geloso?» Henry fa un passo indietro, distogliendo lo sguardo dal mio. «Lo sai perché» mormora. «Henry...» inizio cauta. «No, Alaska. Non puoi farci niente se provo qualcosa per te. Ci conosciamo da quasi due anni, e da altrettanto tempo facciamo sesso, senza frequentare altre persone. Praticamente abbiamo una relazione senza averla ufficialmente.» «No che non ce l'abbiamo.» Mi alzo in piedi di scatto, iniziando a camminare per la stanza. «Sai come la penso sulle relazioni. Con la vita che conduco non me le posso permettere.» «Eppure Maeve e Chris non sembrano troppo contrari.» «E allora? Va bene che io e Maeve passiamo così tanto tempo insieme da avere il ciclo sincronizzato, ma questo non significa che se una fa una cosa, allora la deve fare per forza anche l'altra. Io ho un'idea diversa sulle relazioni.» «Cazzate. Hai solo paura.» Arresto la mia camminata furiosa e mi piazzo accanto a lui. «Puoi biasimarmi? Uccido, vendo droga, torturo le persone. Ho più nemici che vestiti colorati nell'armadio - non che ci voglia molto - e non so nemmeno se sarò viva il prossimo mese. Non posso affezionarmi a nessuno.» «Eppure a Maeve sei affezionata. Cosa c'è di diverso? Lei fa parte del tuo stesso mondo, è vero, ma in un certo senso non ne faccio parte anch'io? Ho smesso di essere un vero poliziotto da molto tempo, ormai.» Sbuffo. «Con Maeve è diverso. Ci conosciamo da anni, non posso tagliarla fuori dalla mia vita. So che il legame con lei mi porterebbe a soffrire tantissimo se le dovesse succedere qualcosa, ma è l'unica persona per cui ne vale la pena, secondo me.» «Quindi non ci vuoi nemmeno provare.» Henry non mi guarda nemmeno più in faccia. Sospiro. «Al momento no. Ma dubito fortemente che cambierò idea.» Henry non dice niente ed esce dalla camera, sbattendo la porta dietro di sé. Seguo le indicazioni di Google Maps per raggiungere il posto dove Miguel mi ha dato appuntamento. Mi sento così agitata che mi sembra di sentire il cuore martellare nel cervello. Destinazione raggiunta. Google Maps mi fa sapere che un parcheggio di un benzinaio abbandonato era il posto che dovevo raggiungere. Intorno a me ci sono solo campi e la strada principale da cui sono arrivata. Il parcheggio è deserto, fatta eccezione per una macchina, dove Miguel è appoggiato al cofano. Parcheggio vicino a lui, toccandomi la parte bassa della schiena prima di scendere, accertandomi che la pistola sia messa correttamente. Poi prendo il telefono e chiamo Maeve, così che possa ascoltare tutto in diretta. Si mette in muto e ficco il telefono in tasca, aprendo la portiera e raggiungendo il ragazzo. «Di cosa mi volevi parlare?» Miguel sorride appena. «Dritta al punto, eh?» «Beh, cavolo, mi hai fatto stare un'intera giornata con la curiosità.» E con l'ansia. Ma questo non glielo dico. Miguel si fa serio. «Si tratta di mio fratello, Alejandro. Ha perso completamente la testa. Ieri nostro padre non c'era non perché era impegnato, ma perché è stato ucciso. Credo che sia stato Alejandro, che ora è a capo dell'impero Escobar, essendo il primogenito. È completamente accecato dal potere, e sta cercando di eliminare le persone che lavorano per nostro padre fuori dal Messico, perché non si fida. Ah, e in America c'è un uomo che segue te e Maeve, state attente.» Cerco di fingermi sorpresa per l'ultima parte. «Perché mi stai dicendo tutto questo?» Miguel scruta lo spazio che ci circonda, quasi temesse che ci sia qualcuno nascosto ad ascoltare. Si avvicina a me e abbassa la voce. «Perché voglio fermarlo. Sta completamente impazzendo, e se continua così rischia di commettere un errore e farci arrestare tutti.» Deglutisco. «Okay, è una questione brutta. Lo è decisamente. Ma ancora non capisco dove vuoi arrivare.» «Mi serve il tuo aiuto. Tuo e di Maeve. Non mi aspettavo una vostra visita adesso, ma il vostro tempismo mi è utile. Ho bisogno di trovare le prove che sia stato Alejandro a uccidere nostro padre, perché nel caso ucciderò mio fratello. Ma credo stia tenendo d'occhio anche me, per questo non posso mettermi a cercare in casa. Non mentre c'è lui. Ho bisogno che tu e Maeve cerchiate delle prove mentre io terrò Alejandro occupato e lontano da casa.» Queste sono fin troppe informazioni da immagazzinare. «Beh, non mi aspettavo tutto questo...» «Allora, mi aiuterete?» Miguel mi guarda speranzoso. «Se Alejandro rimane al potere finiremo tutti morti nel giro di poco.» Mi mordo il labbro, indecisa. «Va bene... Io e Maeve ti aiuteremo.» Miguel mi sorride, sollevato. «Grazie. Se usciremo vivi da tutto questo vi pagherò mezzo milione di dollari a testa. I soldi non sono un problema.» Sollevo le sopracciglia, sorpresa. «Beh, in questo caso saremo più che determinate a rimanere in vita.» Miguel recupera dalla macchina la piantina della loro casa e me la porge. «Ti ho già segnato l'ingresso da cui dovrete entrare. Dietro vi ho scritto sia l'ora in cui avrete via libera sia le varie istruzioni. Ora devo andare, sono fuori da troppo tempo.» Ci salutiamo, e Miguel è il primo ad andarsene. Quando la sua macchina è lontana, parlo. «Via libera.» Sento il mio telefono vibrare e vedo che Maeve ha chiuso la chiamata e mi ha scritto. BEH, WOW 16.39
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