04 | Maeve

2485 Words
Entro in camera di Alaska, fissando annoiata l'uomo legato alla sedia. Mi avvicino a lui per togliergli il bavaglio dalla bocca. Alaska dovrebbe crearmi una statua d'oro di dimensioni colossali. Lei è a fare del sano sesso, mentre io sono qui a dover interrogare un idiota. Alaska è così fortunata ad avermi come migliore amica. Se non esistessi dovrebbero invertarmi, cazzo. Si sa che la mia presenza crea dipendenza e la mia assenza astinenza. «Allora, piccolo raggio di sole, che ne dici di raccontarmi un po' il motivo per cui facevi lo stalker? Sai, inizi a puzzare di sudore e non ho intenzione di tenerti in casa ancora per molto.» Un sorrisetto sarcastico piega le mie labbra, mentre guardo divertita l'uomo davanti a me. Prendere per il culo le persone e infierire è il mio passatempo preferito. Raggio di sole mi fissa senza dire nulla. Sapevo che la rossa stupisce, ma non pensavo di lasciarlo addirittura senza parole. «Senti, il pomeriggio può proseguire soltanto in due modi: tu riveli tutto e io ti uccido in maniera rapida e indolore, dicendo anche qualche parola carina nei tuoi confronti prima di sbarazzarmi del tuo cadavere; oppure tu provi a fare il duro, io ti torturo, tu perdi sangue, più lavoro per me quando dovrò pulire, più dolore per te da sopportare, alla fine parlerai perché il tuo corpo non ce la farà più e agognerà solo la morte, e io metterò fine alle tue sofferenze. In ogni caso, entro 48 ore io saprò tutto.» Mi siedo sul letto di Alaska, senza distogliere lo sguardo dallo sconosciuto. «Sono stato addestrato per resistere alle peggiori torture, non riuscirai a piegarmi» mi risponde con sguardo furente. Piego leggermente l'angolo sinistro della bocca verso l'alto. «Ma davvero?» Inclino la testa di lato. «Voglio proprio vedere quanto resisterai. Ma prima,» prendo il mio telefono puntandolo verso di lui con la fotocamera aperta, «sorridi!» Scatto la foto. Apro w******p e invio la foto a Chris - un poliziotto con cui faccio sesso in cambio di favori per evitare che la polizia scopra me e Alaska - chiedendogli di scoprire più cose possibili su quest'uomo eliminando le tracce della nostra chat da internet. Il motivo per cui ho puntato proprio Chris fra tutti i poliziotti? Beh, è figo, ha una barba che lo rende incredibilmente sexy, è un bravissimo hacker e le dita non le sa muovere velocemente solo sulla tastiera di un computer. E, cosa che mi attrae di più, ha quarant'anni. Ben sedici anni più di me. Le persone potrebbero sconvolgersi, ma non io. E nemmeno Alaska. Gli uomini più grandi hanno fascino, sono più maturi rispetto ai nostri coetanei, e se per "uomini più grandi" intendiamo gli uomini sopra i settant'anni, allora hanno anche più soldi. Secondo la psicologia, io e Alaska siamo attratte da uomini più grandi perché la figura paterna è stata assente durante l'infanzia, quindi ora, senza saperlo, cerchiamo negli uomini più grandi un sostituto. La realtà? Né io né Alaska abbiamo mai avuto problemi con i nostri padri. La verità è che abbiamo scoperto w*****d quando eravamo troppo piccole e le nostre menti sono state deviate da fanfiction piuttosto discutibili. All'inizio erano solo pensieri, poi... Beh, poi ci siamo fatte il nostro professore appena siamo diventate maggiorenni. Noi abbiamo colto l'occasione e lui ha colto il nostro fiore. In attesa di una risposta da parte di Chris, torno a concentrarmi sulla mia prossima vittima, lasciando il telefono sul letto, mentre io mi alzo per accendere la tele di Alaska e selezionare Netflix. «Bene, visto che sei un duro, riuscirai benissimo a reggere per ore di fronte a una maratona di film assolutamente trash che fanno impazzire gli adolescenti.» L'uomo legato mi guarda confuso. «Cosa? Questo è il tuo concetto di tortura? Vedere dei film?» È incredulo. «Dicevano che eri spietata...» Sorrido. «E lo sono. Sto per farti vedere tutti e cinque i film di Twilight. Parliamo di ore e ore di film dove una ragazza di nome Isabella Swan, Bella per tutti, passa il suo tempo a toccarsi i capelli e a fare la vittima. Ore in cui vedrai Antony Edward Mason Cullen, un vecchietto che se li porta bene i suoi cento e passa anni, che spia le minorenni durante la notte. Ore in cui vedrai Jacob Black che non sente freddo e gira sempre a petto nudo.» Seleziono il primo film. «Oh, dimenticavo. Oltre al vecchio che ha una passione per le adolescenti abbiamo un cane troppo cresciuto che ha un fetish per i neonati.» Lui è sconvolto. «Sul serio gli adolescenti vedono sta roba?» «Oh sì. Cinque film, che sono l'adattamento cinematografico di quattro libri di Stephenie Meyer. L'ultimo libro è stato diviso in due parti. In ordine abbiamo: Twilight, il film che introduce il trash. Poi c'è New Moon, che mette in luce la depressione e la psicopatia di Bella. In seguito vedremo Eclipse, che personalmente ho rinominato natura: rappresentazione di due maschi alfa che gareggiano per chi ce l'ha più grosso. Il quarto film è Breaking Dawn parte 1, dove tutti si chiedono se Bella è incinta. E poi lui, il gran finale, Breaking Dawn parte 2, dove si parla di p*******a e della morte della famiglia stile storia di Wattpad.» Sposto la sedia dove è legato in modo che si trovi davanti alla televisione. Mi metto alle sue spalle e mi abbasso finché le mie labbra non sono vicine al suo orecchio. «Ovviamente io vedrò tutti i film con te, così che tu possa ascoltare tutti i miei commenti.» Faccio partire il film, godendomi la sua faccia sconvolta, mentre io vado a prepararmi dei popcorn. In cucina ascolto l'inizio del film, ripetendo le parole, che ormai so a memoria, sottovoce. «Non ho mai pensato molto a come sarei morta, ma morire al posto di qualcuno che amo è un buon modo per andarmene.» Appena finisco scoppio a ridere come ogni volta, ascoltando quanto trash c'è in una sola frase. Appena i popcorn sono pronti, li tiro fuori dal microonde. Apro il sacchetto e lo svuoto in una ciotola. Torno in camera di Alaska, pronta a portare all'esasperazione il piccolo raggio di sole che ci ha seguite per tanto tempo. Il tempo passa abbastanza in fretta, almeno per me, e arriviamo al penultimo film. Precisamente siamo alla scena in cui Bella ed Edward sono in luna di miele e lei a momenti aggredisce lui per convincerlo a scoparla. «Secondo te come fa ad alzarsi a Edward? Nel senso, io non sono un uomo, però da quel che so a voi maschi si alza perché gran parte del vostro sangue fluisce tra le vostre gambe. Però i morti non sanguinano, proprio perché non hanno sangue. Edward è morto. Dici che fa uso di viagra? In fin dei conti è comunque centenario...» Raggio di sole gira lentamente la testa verso di me. La palpebra dell'occhio sinistro ha dei piccoli spasmi da più o meno due ore. Penso gli sia venuto un tic, ma non saprei dire se a causa mia o per via dei film. «Come cavolo ti vengono in mente queste cose? Per caso quando eri neonata e il tuo cranio non si era ancora del tutto formato hai battuto la testa e ora hai un qualche problema a livello neurologico?» Sghignazzo. «No, sono sana.» Nel frattempo sullo schermo della televisione si susseguono le scene dove Bella si risveglia dopo la sua tanto agognata notte di fuoco e vede il letto distrutto e le piume ovunque, per poi andare in bagno, rivivere tutto nella sua mente e scoprire i lividi che le ha causato Edward. «Ehi, secondo te la mazza di Edward è fredda?» L'uomo si limita a guardarmi male. Sbuffo. «Sei una pessima compagnia, menomale che io sono abbastanza simpatica per entrambi.» «Tu non sei simpatica, sei esasperante.» Alzo le spalle. «Questione di punti di vista, suppongo.» Bella sullo schermo si rende conto di avere un ritardo del ciclo oltre che mentale. L'uomo vicino a me gira la testa nella mia direzione. «Quanto manca alla fine di questa schifezza?» «Un film e mezzo» rispondo distratta. Continuo a guardare il mio telefono per controllare se Chris mi ha risposto, ma è incredibile come quell'uomo sia ligio alla regola di non usare il telefono durante il turno di lavoro, mentre se si tratta di infrangere la legge allora non si fa problemi. Metto via il telefono. «Non preoccuparti, dopo questa saga così emozionante e recitata bene,» calco la voce sulle ultime due parole, «ne vedremo un'altra altrettanto piena di emozioni.» Osservo la sua espressione sofferente. «Sempre se non ti è venuta voglia di parlare, intendo.» «Te lo puoi scordare.» «Come vuoi.» Nel frattempo è arrivata l'ora di cena, così ordino su Glovo un panino e delle patatine da Burger King. La saga di Twilight è terminata, così mi alzo per selezionare il nuovo film. Prima di cercarlo mi giro verso l'uomo e inizio a presentargli la mia prossima tortura. «Allora,» inizio, con un ghigno che promette altro trash, «anche qua abbiamo una saga, però i film non sono cinque ma tre. Si tratta comunque di un adattamento cinematografico di una trilogia di libri. L'autrice in questione è la famosissima E. L. James, creatrice di...» faccio una pausa e faccio partire da Youtube il suono del rullo di tamburi, «Cinquanta sfumature di grigio! Nella maratona che comincerà a breve abbiamo passione, abbiamo suspence, abbiamo il puro trash e una stanza dei giochi che non è adatta ai bambini.» Faccio una pausa, godendomi appieno la sua espressione sofferente. «Bene, il primo film è Cinquanta sfumature di grigio che possiamo anche ribattezzare memorie di una vergine a cui viene colto il fiore. Qua sentirai la celebre frase del nostro protagonista maschile, tale Christian Grey, "Io non faccio l'amore, io scopo. Forte.", ribattezzata da Denis Dosio "Io non faccio l'amore, io fotto." con tanto di sospiri e sputacchi vari davanti allo specchio. A seguire abbiamo Cinquanta sfumature di nero, dove la nostra cara protagonista Anastasia Steele, Ana per tutti, scopre che al suo caro ragazzo piacciono le milf. Terminando in bellezza abbiamo Cinquanta sfumature di rosso dove abbiamo capi psicopatici e mariti confusi.» Mi avvicino all'uomo e gli dò qualche pacca sulla spalla destra. «Dai, ti divertirai. La recitazione è nettamente migliore rispetto a Twilight.» Seleziono il film su Netflix, quando sento il citofono suonare. «Oh, è arrivata la mia cena. Mi dispiace deluderti, ma questa maratona la farai senza i miei commenti. So che sentirai la mia mancanza, ma ho voglia di vedere video su Youtube su storie di true crime. Divertiti, anche se senza di me sarà impossibile.» Faccio partire il film e vado a recuperare la cena, lasciando il caro ospite da solo. Mi dirigo alla porta mentre guardo l'app di Glovo e noto che il mio ordine non è ancora pronto, quindi a suonare non è stato di certo un driver. Mi fermo davanti alla porta e metto una mano sotto al mobile di legno che si trova all'ingresso, assicurandomi che ci sia la pistola. Il cuore accelera un pochino mentre apro la porta di casa. Quando vedo la persona che ho davanti sono allo stesso tempo sollevata e confusa. «Chris.» «Hey, pensavo di portarti le informazioni direttamente di persona al posto di inviarti tutto per messaggio.» Alza il braccio destro mostrandomi una cartellina gialla. «Meno tracce per me da eliminare.» Mi sposto di lato e lo faccio entrare in casa. «Aspettami qui.» Mi dirigo verso la camera di Alaska per chiudere la porta. Noi non sentiremo Cinquanta sfumature di grigio e lo sconosciuto non vedrà Chris. Le probabilità che riesca a scappare sono poche, ma non nulle, per questo è meglio che non veda il poliziotto. Se dovesse metterlo nei guai, io e Alaska avremmo una protezione in meno. Torno da Chris, che nel frattempo si è seduto sul divano. «Cosa hai trovato?» chiedo, sedendomi accanto a lui. Non dice nulla mentre mi allunga mi allunga la cartellina che mi ha mostrato prima. La apro e prendo il primo foglio che c'è dentro, iniziando a leggerlo. Una volta finito guardo Chris confusa. «Non capisco, dal suo file sembra essere una persona normalissima, che interesse avrebbe a seguire me e Alaska?» Il poliziotto apre la cartellina gialla e prende altri fogli, che noto essere foto una volta che me li porge. In tutto ne sono tre e sono riprese da delle telecamere di videosorveglianza. La prima foto è davanti a un benzinaio. James Heckart è vicino a una macchina con un uomo che è stato ripreso di spalle. A causa del buio si riesce a capire solo che ha i capelli scuri, ma nient'altro. Nell'angolo della foto è segnata l'ora: 02:33:12 am. Nella seconda foto il signor Heckart è in un bar con lo stesso uomo della foto di prima. L'ora segnata è 16:00:41 pm. L'uomo con i capelli scuri è di profilo e mi è terribilmente familiare. Nella terza foto riconosco il signor Heckart di spalle e si vede bene chi è l'uomo delle altre foto. La mia confusione aumenta sempre di più. L'uomo in questione non altro che Alejandro Escobar, uno dei due ragazzi che io e Alaska avevamo conosciuto in Messico prima di entrare nel mondo della droga. Rimetto tutto nella cartellina che poi appoggio sul tavolino di fronte al divano. «E non è tutto. Queste foto sono dell'ultimo mese, ma quei due si sono incontrati molte altre volte sia in America che in Messico. A quanto pare Heckert lavora per Escobar Junior. E ha anche tre accuse per omicidio nella sua fedina penale, ma se l'è cavata tutte e tre le volte per mancanzadi prove sufficienti.» «Ma non ha senso. Io e Alaska lavoriamo per Àlvaro Benito Escobar, che è suo padre. Perché Alejandro ha mandato qualcuno a seguirci?» mormoro, guardando assorta i miei piedi mentre gioco distratta con un filo del mio calzino. Chris mi mette una mano sulla spalla, così da richiamare la mia attenzione e farmi puntare lo sguardo su di lui. «Non lo so Maeve, ma posso continuare a indagare.» «Grazie Chris.» Sorride, senza dire nulla. Poi si guarda intorno e pare accorgersi di una cosa. «Dov'è Alaska?» Sghignazzo. «Da Henry. Oggi si è svegliata particolarmente vogliosa di una sana scopata.» Chris spalanca gli occhi. «E tu sei stata tutto il giorno con uno sconosciuto che poteva ucciderti da un momento all'altro?» Alzo gli occhi al cielo. «Inizio a pensare che certe volte dimentichi che pure io sono un'assassina. Puoi stare tranquillo, James Heckart è legato bene a una sedia.» «E Alaska quando torna?» Faccio spallucce. «Non lo so. Cioè, torna domani, ma non so in che momento della giornata.» Chris sorride, togliendosi le scarpe e mettendosi comodo sul divani. «Menomale che domani è il mio giorno libero, allora, così posso dormire tranquillamente qui senza svegliarmi presto per passare da casa a recuperare un cambio.»
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