03 | Alaska

1901 Words
Esco dalla cantina, dove ho chiuso il nostro nuovo amico che stanotte mi ha fregato la camera. Ignoro i suoi lamenti attutiti dal bavaglio che gli ho messo sopra la bocca e torno in casa. In cucina trovo Maeve, che stamattina è tornata rossa sotto mio consiglio, che termina la bevanda con MDMA e ketamine. Più tardi interrogheremo l'uomo che ci stava seguendo da settimane. Ammetto che ci abbiamo impiegato un po' ad accorgercene. In parte perché Maeve ha uno spirito d'osservazione pari alla sua voglia di vivere e in parte perché a me ci vuole tempo per capire le cose. In realtà abbiamo scoperto tutto per caso: stavamo guardando delle foto stupide per scegliere le migliori da mettere nella nostra compilation, quando ci siamo accorte di un uomo che appariva spesso nello sfondo di molte delle foto scattate nelle ultime settimane. Io e Maeve sotto uno stesso ombrellino durante il diluvio, l'uomo era dietro un albero con una mantella fluo che si fumava una sigaretta. Noi su una ruota panoramica a Londra, quest'uomo su un altro vagone. Io che sorrido e Maeve sfocata perché parla sempre durante le foto, e sullo sfondo l'alba e quest'uomo. E almeno che non sia improvvisamente diventato il sole dei Teletubbies, dubito sia stata una coincidenza trovarlo con noi prima delle 6 del mattino. Così ieri sera, dopo aver finto di fare un selfie per individuare la sua posizione, ci siamo girate di scatto e abbiamo iniziato a correre per raggiungerlo. Appena l'uomo ha realizzato che due gnome armate di ascia si stavano dirigendo verso di lui, ha ben pensato di iniziare a correre dalla parte opposta alla nostra. Io e Maeve abbiamo iniziato a inseguirlo, ma dopo qualche metro avevamo già il fiatone e c'eravamo fermate. Il nostro inseguimento, però, aveva portato l'uomo a buttarsi improvvisamente in mezzo alla strada e una macchina l'aveva improvvisamente investito. Così noi ci siamo finte le sue sorelle per tranquillizzare le persone che erano accorse e abbiamo portato l'uomo privo di sensi a casa nostra, legandolo su una sedia in camera mia. «Maeve, hai voglia di interrogare nostro fratello da sola?» La mia amica mette da parte la polvere creata e mi guarda con un sopracciglio alzato. Rimane seria qualche secondo prima di sorridermi maliziosamente. «Hai da fare per caso?» «Forse...» faccio la vaga. «Tipo provare i nuovi vibratori che hai ordinato su sss e che ti sono arrivati stamattina?» Arrossisco. «Maeve!» Lei mi guarda con aria innocente. «Cosa? Ti ricordo che abbiamo in comune l'account di sss, la conferma dell'ordine arriva anche a me. E poi perché ti imbarazzi? Perdi solo tempo a fare la finta figa di legno con me che so tutte le tue avventure con quel poliziotto moro.» «A proposito di Henry... Pensavo di andare da lui ora.» «A provare i vibratori?» Ammicco nella sua direzione. «E anche le manette col pelo che vendevano insieme.» Maeve mi guarda fiera. «Dimmi che ti sei presa anche qualcos'altro.» «Se ti riferisci ai frustini in stile Christian Grey allora la risposta è no, non li ho presi. Quelli li lascio al tuo poliziotto.» Maeve sorride. «Pensa, si chiama anche lui Chris. Deve essere il nome a far venire certe passioni.» Poi con la testa fa un cenno verso la porta. «Vai a farti una sana scopata, che devi recuperare gli anni persi durante l'adolescenza. Al salame in camera tua ci penso io.» Le sorrido e mi avvicino a lei per darle un bacio sulla guancia. «Grazie Maeve, sei la migliore amica che potessi avere.» Lei in tutta risposta fa una faccia schifata e si passa una mano sulla guancia dove l'ho baciata. «Ma cos'è tutto questo sentimentalismo? Meno affetto e più sesso.» Mi allontano da lei sorridendo e tenendo le mani in vista. «Afferrato il concetto. Vado a farmi arrestare.» Dopo averla salutata un'ultima volta esco di casa e vado nel box a recuperare la macchina. Salgo e mi metto alla guida, ascoltando la playlist piena di canzoni degli One Direction. Ammetto di essere un po' masochista: so che a un certo punto scoppierò a piangere perché la loro pausa alla fine non è stata di 18 mesi, ma nonostante questo, quando sono sola in macchina, uso sempre questa playlist. Una volta l'avevo messa quando Maeve era in macchina con me. Alcune canzoni le avevamo cantate insieme, finché non è partita The story of my life e sono scoppiata a piangere. Mentre io ero alla guida con le lacrime che scorrevano sulle mie guance, Maeve continuava a fare foto con lei che sorrideva mentre io piangevo. Ha fatto anche dei video che ha usato per il mio compleanno. Inutile dire che non ascolto più le canzoni degli One Direction in sua presenza, visto che è un'insensibile. E anche perché li ha rinominati "Five Directions" perché ci prova gusto a infierire. Una volta arrivata nei pressi della casa di Henry cerco parcheggio. Non sono nemmeno scesa dalla macchina che già sono eccitata. Il ciclo mi è finito da pochi giorni, quindi la diminuzione del progesterone e l'aumento degli estrogeni mi portano ad avere più voglia del solito di scopare. Scendo dall'auto e mi avvicino alla villetta con le tende già chiuse. Avevo scritto a Henry per vedere se era a casa, quindi si è preparato. Sarebbe imbarazzante se qualche passante ci vedesse scopare sul tavolo della cucina o contro il muro o sul divano tramite le finestre del piano terra. Se vogliono vedere due che fanno sesso che usassero Google. Suono il campanello e Henry mi apre. La porta, intendo. Per ora mi apre la porta. Mi fa entrare in casa e appena chiude la porta mi ci appoggia contro per baciarmi subito. Altro che figa di legno, sto andando a fuoco qua. Henry mi affonda la lingua in bocca, mentre tiene una mano sul retro del mio collo per baciarmi meglio, mentre l'altra sua mano scorre su tutta la mia schiena fino ad arrivare al sedere, che stringe senza esitazione. Faccio scorrere le mie mani dai suoi pettorali agli addominali, fino ad arrivare alla cintura. Infilo le mani nel bordo dei suoi pantaloni e lo spingo per tutto il salotto, fino a quando non tocca il divano con le gambe. Lo spingo per farlo sedere e poi mi metto a cavalcioni su di lui dopo essermi tolta in fretta le scarpe. Henry mi sorride, mentre si passa la lingua sul labbro inferiore e fa scorrere il suo sguardo su tutto il mio corpo, soffermandosi in particolare sulla profonda scollatura della mia maglietta. «Ciao anche a te.» Sorrido, maliziosa, per poi mettermi a cavalcioni su di lui. Non dico niente e riprendo a baciarlo. Passo una mano sul retro della sua testa e stringo alcune ciocche dei suoi capelli. Un suo gemito sommesso invade la mia bocca. Henry mette le mani sul mio sedere, stringendolo per portarmi più vicino a lui. Le nostre intimità si scontrano e gemiamo entrambi. Sento la sua erezione di marmo tra le mie gambe e l'eccitazione aumenta sempre di più. Le nostre bocche si separano per riprendere fiato. Henry inizia a baciarmi il lato sinistro del collo, così inclino la testa all'indietro per lasciargli maggior spazio. Ansimo, mentre la sua bocca raggiunge la mia scollatura dove inizia a lasciare dei succhiotti. Inizio a dondolare i miei fianchi su di lui, mentre le sue mani raggiungono la mia vita e mi sfilano la maglia. Presto sgancia il ferretto del reggiseno e me lo toglie. La sua bocca si apre sul mio capezzolo destro e succhia, mentre con la mano stringe l'altro. Ansimo forte, mentre con una mano mi tengo alla sua spalla e con l'altra tengo la sua testa vicino al mio petto. Sento le mie mutande bagnarsi sempre di più, soprattutto quando mi sposta per farmi sdraiare sul divano e si sistema sopra di me, spingendo i suoi fianchi tra le mie gambe aperte. Faccio scorrere le mie mani sulla sua schiena, portando la maglia in alto. Si solleva da me per togliersela. Mi mordo il labbro inferiore mentre osservo il suo fisico scolpito. Maeve aveva ragione, i poliziotti ispirano sesso. Molto sesso. Ritorna su di me e riprende a baciarmi. Piego una gamba e la sua mano stringe la mia coscia, mentre spinge di nuovo i suoi fianchi contro di me. Faccio scorrere una mano sui suoi addominali fino arrivare alla sua erezione che stringo da sopra i pantaloni. Henry geme e si spinge contro la mia mano. In fretta slaccio la sua cintura e gli apro i pantaloni. Lui si alza in piedi e se li abbassa insieme ai boxer. Scendo anch'io dal divano e mi inginocchio davanti a lui. Afferro la sua erezione con una mano e inizio a farla scorrere lentamente su tutta la lunghezza. Henry ansima. Lo guardo negli occhi mentre mi avvicino e tiro fuori la lingua. La faccio scorrere lentamente dalla base fino alla punta, fino ad accogliere la sua erezione tra le labbra. Con una mano mi afferra i capelli e inizia a scoparmi la bocca. Più volte arriva a toccarmi la gola, facendomi lacrimare gli occhi. Quando sta per venire si toglie, e io ne approfitto per riprendere fiato. Mi fa sdraiare di nuovo sul divano e finisce di spogliarmi. Mette le mani sulle mie ginocchia e mi spalanca le gambe, guardando in mezzo e leccandosi le labbra. «Sei già fradicia per me.» Sento il suo sguardo bruciare sulla mia pelle. «Beh, per messaggio ti avevo detto che ero parecchio eccitata e avevo voglia di scopare.» «Lo vedo.» Fa scorrere due dita su tutta la mia intimità. «Lo sento.» Henry mi infila due dita dentro e inizia a muoverle, usando il pollice per stimolarmi il clitoride. Gemo, mentre lui aumenta sempre di più la velocità, aggiungendo un altro dito. Sono come burro tra le sue mani, potrebbe farmi di tutto e io non mi opporrei. Di colpo si ferma e toglie la mano. Lo fisso contrariata, mentre lui si porta le dita tra le labbra e succhia. «Deliziosa.» «Perché non mi assaggi direttamente, al posto di sentire il mio sapore dalle tue dita?» Apro di più le gambe e il suo sguardo si sposta in basso prima di tornare a guardarmi negli occhi. «Non essere impaziente, Alaska.» Henry sorride, impertinente, mentre si allunga fino a farmi sentire il suo respiro tra le gambe, provocandomi dei brividi. «Aspettando si ottiene tutto.» La sua lingua scorre tra le mie pieghe, entrando di tanto in tanto, e io mi avvicino sempre di più al limite. Henry torna a usare tre dita, e la combo mi distrugge. Gemo, mentre la vista mi si annebbia per qualche secondo. Mentre calmo il mio respiro Henry recupera un preservativo. Appena mi riprendo mi alzo e faccio appoggiare Henry allo schienale, mentre torno a cavalcioni su di lui. Con una mano posiziona la sua erezione vicino alla mia entrata. Mi abbasso lentamente mentre sento ogni singolo centimetro invadermi. Ansimiamo. Mi aggrappo allo schienale del divano mentre inizio a muovermi su di lui lentamente. Ruoto i fianchi, gemendo quando viene colpito un determinato punto. Henry appoggia le mani sui miei fianchi, guidando i miei movimenti e rendendoli più veloci. La sua bocca torna sui miei seni, mentre veniamo entrambi. Mi tolgo da sopra di lui e mi sdraio sul divano, mentre Henry va a buttare il preservato. Mi guarda dall'alto. «Che dici, continuiamo in camera?» Sorrido. «Non c'era nemmeno bisogno di chiedermelo.
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