Ora che sapete come siamo entrate nel mondo di Walter White e di Pablo Escobar, è arrivato il momento di narrarvi come siamo arrivate allo striptease.
Badate bene con i giudizi, perché lo striptease non è come la prostituzione. Nel primo caso la persona si spoglia davanti a delle persone, senza necessariamente rimanere nuda. Gli altri guardano mentre tirano fuori i soldi. Nel secondo caso... Beh, non c'è davvero bisogno di una spiegazione, vero? Ma la farò lo stesso, nel caso qualche ottuso non colga la differenza tra i due lavori. Perché sì, entrambi sono lavori, anche se uno è illegale. Ma in questa storia, la storia della nostra vita, il concetto di illegale e legale è sopravvalutato. Nella prostituzione ci si spoglia, questo è vero, ma si fa anche sesso con i clienti. Si viene pagati per farlo. E se qualcuno pensa che sia una cosa disgustosa e immorale, non ha mai provato a mettersi nei panni di chi si prostituisce. Certo, magari qualcuno lo fa perché il sesso piace e si è anche bravi, quindi fanno questo lavoro perché così si viene pagati per fare ciò che piace. Ma gli altri? Nessuno pensa a chi si ritrova senza nessuno e che ha bisogno disperatamente di un lavoro e di soldi. Le opzioni non sono tante quando sei disperato. E poi, nella prostituzione non ci sono chissà quali requisiti da dover avere. Solo un buco in cui accoglierlo. C'è chi ne ha due e chi tre.
Ma, in ogni caso, io ed Alaska ci siamo arrivate in modo diverso. Non eravamo in cerca di soldi, nè del sesso facile. Ricordate quando dicevo che la nostra amicizia non è mai stata sobria? Ecco, mi sembra di aver pure già dato degli esempi per affermare la mia tesi.
Comunque, tutto è partito a quindici anni. Ah, l'adolescenza. Bella merda. Tante cose da voler fare, ma poche possibilità di realizzarle se si è minorenni.
Comunque, immaginate una Maeve quindicenne che si annoia e scrolla la home di i********:, imbattendosi per puro caso nel trailer di un film chiamato Le ragazze di Wall Street - business is business. Soldi, donne che ballano sul palo, un piano geniale. Come si fa a non rimanerne affascinati? E così io, Alaska e altre due nostre amiche siamo andate al cinema. Il personaggio che più ci aveva affascinato? Sicuramente Ramona. Una donna sicura, che aveva tutto sotto controllo, che non si faceva mai prendere dal panico e che aveva un fiuto incredibile per gli affari. È diventata come una sorta di Vergine Maria da venerare. E poi il personaggio di Ramona era interpretato da Jennifer Lopez. Sfido qualunque donna ad arrivare così a cinquant'anni senza la chirurgia plastica. A mio parere, nemmeno Jennifer Aniston arriva al suo livello.
La cosa che più ci aveva colpito, era il fatto che il film fosse ispirato ad una storia vera. Ramona, che nella realtà è Samantha Barbash, aveva inventato una bevanda con MDMA e ketamine. La prima rendeva euforici, mentre la seconda creava dei vuoti di memoria. Ed è il cocktail che noi usiamo ora, quando dai piani alti ci ordinano di sequestrare una persona per estorcergli informazioni. Quando si è euforici si tende a parlare più volentieri. E poi gli ostaggi non si ricordano niente, comprese le informazioni che ci hanno dato.
Il lavoro delle spogliarelliste ci è sembrato divertente e molto proficuo. Noi dobbiamo semplicemente spogliarci mentre degli idioti ci pagano per farlo. Evidentemente i porno non bastano. Sweet Home Alabama e le lavatrici saranno passate di moda.
E così, nel nostro giro del mondo, la seconda tappa è stata New York, Manhattan. È lì che si trova il club Hustlers. Abbiamo iniziato a frequentarlo, e abbiamo conosciuto una ragazza che si faceva chiamare Svetlana. È lei che ci ha insegnato molte cose sul mestiere e sulla lap dance, insieme alla sua amica Katiusha. Poi ha convinto il proprietario del posto, Larry Flynt, a farci lavorare qualche sera.
È stato divertente. Non c'è competizione tra le ragazze su chi sia la migliore, ma ci si sostiene, perché si è tutte dallo stesso lato, quello di chi deve spillare più soldi possibili a degli idioti.
Ora fare le spogliarelliste non è il nostro primo lavoro, ma passiamo una settimana al mese a Manhattan, dove lavoriamo con Svetlana all'Hustlers.
Ci aiuta a staccare la mente dalle droghe, dai rapimenti e dagli omicidi.
Quando da adolescenti scherzavamo dicendo che questa vita sarebbe stata davvero bella, non avremmo mai immaginato che l'avremmo fatta davvero. Però è davvero bella, nonostante tutte le complicazioni che implicano i lavori illegali.
L'unica parte disgustosa è quella di sbarazzarsi dei corpi. Per quanto possiamo delegare il lavoro a qualcun altro, non ci fidiamo abbastanza di nessuno e preferiamo farlo noi, così siamo sicure di averlo fatto bene e di non aver lasciato tracce.