8. Non so che cosa pensavo. Come ho già detto, sono sempre stata impulsiva. Tutte le cose che non mi piacevano della vita di Sidor erano ancora lì, non era cambiato niente. Ma ero cambiata io. Mi ero innamorata e quando sei innamorata a volte puoi essere molto, molto stupida. Così i suoi rapporti con la criminalità organizzata non mi sembravano più così gravi e il pericolo che qualcuno lo ammazzasse a forza di botte non mi sembrava più così concreto. Veleggiavo felice su una corrente dolce e romantica, appassionata e carnale, di vicinanza sempre più profonda. Ero felice. Felice in modo idiota, felice in modo irritante, probabilmente, per chiunque avessi attorno. Erano più le sere che passavo da Sidor che quelle che passavo per conto mio e comunque Sidor mi aveva chiesto di trasferirmi da