«Hai freddo?». Gli lanciai un’occhiataccia. «Sì, è per quello che, sai, i miei capezzoli stanno facendo così». Sidor spostò lo sguardo sui miei seni, dove due piccole increspature indicavano chiaramente che gli ci voleva poco, davvero poco, per accendermi. «Ma devi ancora digerire il borsh, giusto?». «Posso digerirlo anche più tardi» risposi io. +++ Sidor guidò fino a casa sua completamente in agonia. Confesso che non lo aiutai affatto, anzi. Gli sfiorai le cosce e l’uccello, al di sopra dei vestiti, fino a farglielo rizzare del tutto. «Non è giusto» borbottò lui, stringendo entrambe le mani sul volante. Mi lanciò un’occhiata laterale. «Be’, potresti anche baciarmelo». Risi sottovoce e mi piegai dal suo lato, posandogli la testa sulle cosce. Iniziai a baiarlo e a mordicchiarlo, sem