«Ciao, Amy!» gridò mia madre, sventolando festosamente una mano, mentre si dirigeva verso di me a passi lunghi e rapidi. Un secondo più tardi ci raggiunse anche mio padre. «Un volo infinito, tesoro. Hanno passato Shakira» borbottò, baciandomi sulle guance tre volte. «Questo è Garret, l’assistente di Dorian» li presentai io. Garret sorrise un po’ spaesato (di solito non veniva preso in considerazione da nessuno, se non per richieste pratiche) e si cercò di aiutare mia madre con la valigia. Tentativo vano. Iniziammo ad andare verso l’uscita. «“Dorian”?» ridacchiò mia madre. «E comunque devi raccontarmi come hai trovato questo incarico... pensavo che scrivessi solo di teatro». «Sì, anch’io» sorrisi. Cercai di tenermi sul vago durante tutto il percorso fino in albergo (gli avevo procurato