9. Manhattan risplendeva di luci, oltre la vetrata della suite in cui si erano tenute le ultime deposizioni. Il cielo nero era solcato dai fasci dei riflettori di qualche locale, chissà dove. Non c’era una stella, o meglio, era impossibile a dirsi. «Dicevano in una trasmissione che se in una serata serena tutte le luci della città si spegnessero all’improvviso, il cielo sembrerebbe accendersi» mormorò Janet. L’aveva visto arrivare, nel riflesso, ma non si era voltata. Un uomo alto e bello, con un completo gessato che nel vetro scuro sembrava nero. «Vorrei vederlo, un giorno» aggiunse. Angelo le posò una mano su una spalla. «Certe sere era così. Sai, sulle Catskill». La sua bocca, nel riflesso, si incurvò in un mezzo sorriso. «Quando non ti piovevano razzi in testa, diciamo». «Quando