Janet scosse appena la testa. «Per favore, non è un gioco. Sono preoccupata sul serio. Come faccio, da sola...» Lui le diede un paio di pacche amichevoli su una spalla. «Come hai sempre fatto. Alla grande». +++ «Continuo a pensare che sia una stronzata» fu più o meno la prima cosa che gli disse, quando lui la trascinò all’ultimo istante in un vagone della metro, come nei film. Ora Angelo aveva anche un capellino da baseball in testa. Un cappellino con su scritto I Love New York. Le porte si chiusero dietro di loro e il treno parti con un sibilo. Angelo la premette con il corpo contro uno dei pali di sostegno. Si chinò per baciarla. «Nemmeno io sono così idiota da rischiarmi la vita per passare qualche ora da solo con te. Davvero non mi fido del Bureau. Davvero voglio far perdere di nuo