Lui rise. «Già, è perfetto. Dovremmo farci un selfie, con quella tua macchina stellare. Tanto perché l’unica mezza giornata in cui siamo riusciti ad andare d’accordo resti agli atti». «Un selfie fallo con il cellulare, se proprio ci tieni. Con questa possiamo farci un autoscatto». Kyros rise e alzò le mani in segno di resa. «Okay, scusa. Non volevo sminuire niente. Facciamoci un autoscatto, allora. Qua, sulla spiaggia, tutto molto banale... si può?». Lei gli lanciò un’occhiata divertita, mentre lui si chinava a baciarla. «Ma certo che si può». Il cielo era pulito e la sabbia umida, la spiaggia quasi deserta, tranne qualche persona che passeggiava come loro. I gabbiani strillavano, su in alto, e planavano, e l’oceano faceva il suo swoosh-swoosh regolare, spazzando il bagnasciuga come se