5. Scappai nella mia stanza, singhiozzando. Mi faceva male la schiena, il sedere, l’amor proprio. Mi sciacquai via dalla faccia ogni segno del suo disprezzo, ma non era così semplice. Mi ricordavo ogni suo gesto, ogni sua parola. Mi infilai a letto, tremante, e continuai a piangere. Non so quanto a lungo singhiozzai. Non riuscivo a smettere. Piansi disperatamente, come una bambina tradita. Piansi fino a infradiciare il cuscino con le mie lacrime. Che cosa avevo di sbagliato? Perché Sabrage mi stava facendo questo? Avrei dovuto scegliere il Pozzo. Avrei dovuto morire con un po’ d’onore, invece di cedere alla paura. Per ritrovarmi derisa e battuta, con il cervello tutto incasinato, senza nessuna speranza, al servizio delle persone che odiavo. Piansi e piansi. Scaricai tutte le lacrim