Supponevo che non avrebbe continuato a leggere per tutto il tempo, ma per il momento sembrava deciso a umiliarmi con la sua indifferenza. All’inizio la mia domanda cadde nel vuoto. Sabrage non sollevò lo sguardo dal libro e io mi morsi la lingua. Me ne restai zitta e aspettai che mi rispondesse. Aspettai. Sabrage voltò una pagina, proprio come se io non esistessi. Diedi un colpetto di tosse. Lui non si scompose minimamente. E continuò a non guardarmi. «Signore?» insistetti. A quel punto Sabrage mi lanciò un’occhiata irritata. «Ti ho sentita. Non sai aspettare?». «M-mi scusi, signore» mormorai. Mi rivolse un sorriso duro. «La risposta è no» disse. Lo fissai. «Non posso chiederle niente?». Ora, non sono scema. Sapevo benissimo che se prima era irritato a quel punto si sarebbe arrabb