4.-1

2005 Words

4. Tornai nella mia stanza con il cervello in fiamme. Mentre mi pulivo e mi struccavo meccanicamente, continuavo a rivedere quello che era appena successo. Sabrage che mi umiliava e io che mi eccitavo a livelli quasi inquietanti. Io che sbavavo letteralmente per avere la possibilità di succhiarglielo. Che lo imploravo di lasciarmelo fare, attizzata dal fatto stesso che implorare fosse umiliante. Che cavolo avevo che non tornava? Perché accidenti un prepotente come Sabrage riusciva ad accendermi come nessun altro prima? Ed ero abbastanza onesta da ammettere che nessuno, prima, mi aveva mai ridotta così. Anche mentre mi infilavo tra le coperte continuavo ad avere il respiro accelerato, i capezzoli eretti e la passerina fradicia. Fradicia. Tremavo di desiderio. Sognavo che entrasse all’

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