«Ci hanno provato, ma...» Allargò le mani, come ad ammettere la sua impotenza. «...Dopo dieci minuti hanno gettato la spugna e hanno ascoltato solo le tue parole. Il tuo... stratagemma è stato astuto». Sbuffai, ma non risposi. Lui sorrise di nuovo. «Un po’ avrei voluto essere un telepate, per essere io quello seduto sulla poltrona amplificante ad ascoltare i tuoi pensieri». Gli rivolsi uno sguardo duro. «Lagoon, che cosa vuoi? Non dare per scontato che vederti mi faccia piacere». Sembrò dispiaciuto, e poi leggermente imbarazzato. «Scusa. Tu non sapevi che io fossi un infiltrato, ma neanch’io sapevo che lo fossi anche tu» disse. Mi impedii di pensare qualsiasi cosa. «Ripeto: sei qua per un motivo?». Lagoon annuì, ora serio. Mi mostrò tre dita. «Il terzo tipo di macchine. Crediamo ch