7. Mi svegliai in pessima forma. Mi faceva male dappertutto, ma lo consideravo il minore dei problemi. Ero agitata e preoccupata per la relazione ed ero quasi isterica per il desiderio. Quest’ultima cosa, tuttavia, stava lentamente svanendo, man mano che pensavo a come sembrare una completa sostenitrice dell’ortodossia durante il mio intervento. Harbinger mi fece trovare uno dei soliti completi severi-ma-sexy e io me lo infilai con le mani che tremavano. «Ti ho detto di non preoccuparti, no?». Mi voltai di scatto. Ero tesa come una corda di violino. Sabrage era comparso accanto alla mia toletta e mi guardava con aria sorniona. Feci un gesto esasperato. «Lo so, signore, ma...» Lui mi interruppe mostrandomi una scatoletta. «Ho un regalo per te» sorrise. E, be’, quello mi rilassò un po