Ma accorsi con aria indifferente a quella piccola dimora che avevamo sistemato l’uno per l’altra, lei per me, io per lei, con tanto amore. La folla si apriva al mio passaggio, ostile e minacciosa; vecchie donne furiose aizzavano gli uomini insultandomi; avevano sentito odore di zolfo, visto fiamme verdi, mi accusavano di stregoneria e malefici. L’antica diffidenza era solo assopita e raccoglievo il frutto di essere un personaggio inquietante e inverosimile, senza appoggi, che non poteva appellarsi a nessuno. Mi avvicinavo lentamente alla casa. Le porte erano sfondate, i vetri infranti, usciva fumo dal tetto; tutto era saccheggiato, invaso da una di quelle folle sinistre che spuntano nel marasma di Costantinopoli. Entrai, dentro pioveva acqua nera mista a fuliggine, intonaco scalcinato e