Mi lanciò un’occhiata delle sue, di quelle con gli occhi fuori dalle orbite. «Ma che fine avevi fatto? Stavamo per lasciarti qua». «Eh?» feci io. «Dico, stiamo andando a Eebos. Il fantasma. Vieni oppure no?». Sospirai e lo seguii all’esterno con passo indolente. Nel prato davanti alla torre pascolavano tre cavalli neri, lucidi e belli. Anche se forse non erano proprio cavalli, erano più che altro l’impressione di cavalli. «Oh, eccola» disse Darien. Aveva una marsina viola molto elegante e i soliti pantaloni attillati. Era stupidamente, vanitosamente bello. Mi guardò dall’alto in basso. «Quella camicia è mia» disse. Me la stropicciai sul corpo, lanciandogli una (finta) occhiata maliziosa. «Ha ancora il tuo odore». Darien sospirò. «Che puttanella. Be’, andiamo». Salì a cavallo con un