6. Sentii sotto la pianta dei piedi degli aghi di pino. Un tappeto di aghi di pino, su cui stavo camminando. Attorno a noi la foresta era illuminata da migliaia di piccole luci, lucciole o minuscole fatine. Diffondevano un chiarore tremolante sui tronchi scagliosi degli alberi, che ci circondavano, radi e spogli, per poi coprirci con le loro alte chiome a forma di ombrello. L’aria era tiepida e odorava di resina, il bosco era silenzioso tranne lo schiocco lontano di un uccello notturno. Camminavamo abbracciati, Darien e io, nudi, i capelli che frusciavano sulla schiena. Appoggiai la testa alla sua spalla e mi lasciai condurre. «Siamo nelle terre fatate?» mormorai, ma la risposta non era importante. «Quasi. Al confine» disse lui, comunque. «Qualcuno ci sta osservando. O qualcosa». «S