3. Aveva dovuto andarsene, quel pomeriggio. Aveva dovuto allontanarsi per metabolizzare la cosa. Nel suo cervello c’era una sorta di turbine. Ogni genere di considerazione pratica si affastellava confusamente, come se volesse impedirgli di vedere quello che sentiva veramente. Che per lo più era: terrore. Anche se poi il terrore avrebbe dovuto essere una brutta sensazione e questa non era brutta, non esattamente. Anzi era per lo più una buona sensazione. Aveva un figlio. E provava una buona sensazione di terrore. Lasciò che i dettagli pratici lo seppellissero per i successivi due giorni. A un certo punto capì di essersi bloccato e che se non avesse iniziato anche a fare qualcosa non si sarebbe mai mosso dalla posizione in cui l’aveva infilato Leah. Quello che non c’era. Quello che non