IV Nell’atrio del palazzetto Pierre era in piedi, in abito e cravatta bianca, in attesa di aprire la porta al primo scalpiccio di carrozza. Una ventata d’aria umida irruppe e un riflesso giallognolo del piovoso pomeriggio illuminò l’angusto vestibolo con tutte le sue tende e piante verdi. Erano le due e la luce scemava come in una triste giornata invernale. Ma dopo che il cameriere ebbe aperta la porta della prima sala un chiarore vivace abbagliò gli invitati. Le persiane erano state chiuse e le tende meticolosamente tirate, e non un barlume filtrava di quel fosco cielo; le lampade poggiate sui mobili, le candele che ardevano nel lampadario, il cristallo delle lampade a muro illuminavano una camera ardente. In fondo alla piccola sala, le cui tappezzerie verdastre attenuavano l’intensità