III Fu un mese di adorabile dolcezza. Il sole di aprile aveva inverdito il giardino con una vegetazione tenera, leggera, fine come un merletto. Sull’inferriata gli steli ribelli delle clematidi premevano esili gemme, mentre i caprifogli in boccio spandevano un profumo delicato, quasi zuccherino. Ai due bordi del prato, sempre ben curato, rossi gerani e bianche violacciocche infioravano le aiuole. E, sul fondo, il gruppetto di olmi drappeggiava del verde delle sue ramature la strozzatura delle costruzioni adiacenti. E il suo esiguo fogliame fibrillava alla minima brezza. Per più di tre settimane in cielo non apparve una nube. Quasi il miracolo di una primavera in festa per la nuova giovinezza, quel gorgogliante germogliare che palpitava nel seno di Hélène. Ogni pomeriggio scendeva in giar