VIII. Il tempio MaharL’aborigeno, apparentemente illeso, salì rapidamente sulla barca e, afferrando la lancia, mi aiutò a resistere alla creatura infuriata. Il sangue del rettile ferito stava insozzando le acque intorno a noi, e presto dai suoi sforzi sempre più deboli divenne evidente che gli avevo inflitto una ferita mortale. Alla fine i suoi tentativi di raggiungerci cessarono del tutto, e con alcuni movimenti convulsi si rigirò sulla schiena, morto. E poi mi venne un’improvvisa epifania della situazione in cui mi ero messo. Ero completamente alla mercé del selvaggio a cui avevo rubato la barca. Ancora aggrappato alla lancia lo guardai in faccia e vidi che mi scrutava intensamente, e lì rimanemmo per alcuni minuti, ognuno aggrappato tenacemente all’arma mentre ci guardavamo l’un l’altr