3. Probabilmente barcollai. E avvampai di nuovo. Pensai di tornare in bagno e di chiudermi dentro (molto maturo, lo so), ma non feci in tempo, perché un attimo dopo Santos mi stava sorreggendo per un braccio e mi stava accompagnando verso il letto. Caddi pesantemente a sedere e lui si sedette accanto a me. Era vicino, molto vicino. Il lato delle nostre cosce si toccava e il mio cuore batteva disperatamente, sempre più veloce e irregolare. Santos mi prese per il mento e mi costrinse a guardarlo con un gesto gentile ma deciso. «Che cosa ti è saltato in mente, eh?» chiese. Arrossi di nuovo. «N-non... non lo so... io...» balbettai. Lui arricciò il naso e mi rivolse un sorriso dispettoso. «Mi è piaciuto da impazzire». Detto questo mi baciò sulle labbra e io non capii più niente. Il cuore