Il suo torace si alzava e abbassava, regolare e veloce. Le sue mani fasciate percuotevano il sacco facendolo ondeggiare appena. I capelli scuri gli coprivano parzialmente lo sguardo, che era concentrato in modo quasi doloroso. La piega delle sue labbra era dura, decisa. E io mi sentivo le ginocchia molli. Cercando di non farmi notare mi appoggiai al muro. Non riuscivo a distogliere gli occhi da tutta quella bellezza. Ma poi, no, non era questione di bellezza. Non riuscivo a distogliere gli occhi da quel corpo forte e sensuale. Non riuscivo a distogliere gli occhi dallo spettacolo eccitante di Santos che si allenava. Dovevo essermi rincretinita. Non avevo mai provato nessun interesse per gli sport, meno che mai per quelli aggressivi come la boxe o la lotta. Eppure ero lì, con il respiro a