Riverberi «Amore, non so come dirtelo, ma domani…» «Devi lavorare. Sei il solito calabraghe, Valerio.» «Susanna, non…» «Be’ io ci vado in spiaggia, che tu ci venga o no!» «Sus… Maledizione!» Valerio si ficcò in tasca il cellulare e attraversò a testa bassa la Sala Archivio. Aveva ragione lei: l’unico sabato libero per tutti e due e si era fatto incastrare per una delibera. Una dannata, vecchia delibera sfuggita a quei deficienti dell’Unità Scanner. «Non c’è, non c’è!» aveva urlato Farro scorrendo per l’ennesima volta i file. «Vada giù, Testoni, mi vada a cercare il cartaceo.» «Adesso?» «Adesso, sì! Vuole aspettare che vada tutto al macero?» Lui era rimasto zitto: domenica sarebbero venuti a vuotare l’archivio, carte, fascicoli, via tutto, al macero, e fare posto. Un bellissimo po