Ponti “Terzo giorno avanti le calende di Luglio. Demetrio carissimo, spero che questa mia, che ti invio tramite Quinto, ti trovi in buona salute. Perdona se vengo a distoglierti dalle tue incombenze, ma ho bisogno del tuo aiuto, del tuo consiglio, perché quel che mi accade mi sta facendo perdere il senno. Erano le idi di Maggio quando è cominciato. Stavo andando al Pincio da Marco Lentulo per dargli lezioni di greco: Varo mi ha prestato a lui per un po’, forse gli deve un favore. C’era un che di diverso nell’aria, come un fremito, una vibrazione. Faceva caldo, sul Tevere il sole accecava. Mi fermai un istante sul Ponte Cestio, guardai le chiatte che risalivano il fiume, e fu allora che accadde. È una pazzia, ma questo io vidi, e che Giove mi fulmini se mentisco. Perché il fiume si fer