«Madame Elli Nakril. È un vero piacere averla con noi» disse, con vago sarcasmo. «Non ne dubito» risposi io. Cercai di capire chi fosse. Certamente non Syryt Thygarest, ma forse un suo servitore personale. Potevo riuscire a ucciderlo, con le mani legate e circondata da quattro guardie? Be’, no. Rinunciai a qualsiasi tentativo avventato. Mi avevano tenuta in vita fino a quel momento... di certo volevano interrogarmi, ma non potevo escludere che volessero scambiarmi con qualche nostro prigioniero. In quel caso non me la sarei cavata tanto male. «Il nostro signore ha insistito per vederti subito» aggiunse l’uomo, abbandonando la finta cerimoniosità, «cerca di comportarti civilmente». Detto questo, aprì le grandi porte e mi fece segno di entrare. Era un altro salone, lungo e un po’ buio