13. Nel sogno era nel labirinto di pietra. Era notte, una notte piena di stelle, ma comunque percorsa da qualche rado fiocco di neve, come quando piove e c’è il sole, ma senza sole. Le pareti curve del labirinto erano gelide e ruvide sotto le sue dita. Il pavimento era velato di neve caduta. Provava un dolore pulsante al fianco, dove il traditore schifoso l’aveva accoltellato. La ferita si sovrapponeva quasi precisamente a quella del vecchio incubo che aveva dovuto estirpare dal proprio corpo. Era una ferita profonda, che aveva trapassato il giustacuore di spessa pelle nera, il panciotto e la camicia. Sua moglie aveva provato ad avvertirlo, ma Starrag era stato troppo lento. Il bastardo gli era sfuggito. Ora avanzava lungo il corridoio curvo, ogni passo una fitta di dolore, ogni passo