«No. Eri un vaso ancora chiuso. La magia aveva cercato di permeare la tua pelle e il seme era stato piantato in superficie». April aggrottò le sopracciglia. Per quanto il discorso si stesse allontanando dall’argomento in questione, quello che le stava rivelando Starrag le interessava. «Ma ho sentito... c’era del liquido caldo, colava sulle mie cosce. Pensavo che fosse sangue». Starrag sorrise. In quelle circostanze, ossia, si permise di sorridere. «Non era sangue». Tornò serio. «Non hai sanguinato. Solo qualche graffio sulla schiena. Scáil Lathurna, al contrario, ha invitato la magia a farle il nido dentro. Ha spalancato le cosce e le ha dato il benvenuto». «Non solo alla magia, suppongo». Starrag alzò gli occhi al cielo. «Ero indispettito». «Ah. Questo sistema tutto». «Non capisci