“Piccola, farai bene a non tenere quella fica lontana da me. Devo sentirne il sapore. Adesso, muñeca.” Sedona piega le labbra e abbassa le palpebre. Viene avanti carponi e si mette a cavalcioni della mia faccia. “Questa fica?” Le trastullo il clitoride con la lingua. “Questa fica.” Non poter usare le mani è una tortura, perché voglio afferrare quel suo meraviglioso culo e tirarla giù nell’angolazione perfetta, ma devo accontentarmi di alzare e piegare la testa. La ho alla mia mercé per un momento, ma poi solleva i fianchi, allontanandosi quando la situazione si fa troppo intensa. Decide lei il ritmo, e la cosa mi fa impazzire. “Rimetti giù quella fica,” ringhio, impregnando la mia voce di oscura autoritarietà. L’eccitazione riempie le sue pieghe e la porta a obbedire. Io la lecco, stuz