1. Quando l’attacco dei nevariani ci colpì, stavo giocando a palla con le mie sorelle. Il nostro bel giardino venne squarciato dai lampi di magia, il muro venne abbattuto e i soldati sciamarono dappertutto, come cavallette corazzate e rabbiose. Venni presa e trascinata via. Persi immediatamente di vista le mie sorelle e forse fu un bene. Almeno non vidi l’agonia di Teha e Mira. Passai di mano in mano, letteralmente. Il soldato di turno mi afferrava per un polso, per un braccio, per la vita e mi gettava più in là, nelle mani di un altro soldato. La mia fortuna fu che nessuno di loro in quel momento aveva abbastanza tempo per stuprarmi e uccidermi. Si limitarono a spintonarmi con le loro mani sporche di polvere e di sangue, a sbatacchiarmi contro le loro armature e a strapparmi il sottile