«Che cazzo» lo sentì borbottare. «Già, che cazzo» borbottò a sua volta, in tutt’altro tono. Lui si voltò dalla sua parte, la mise a fuoco e sogghignò. «Oh, buongiorno». «Buono non saprei, mio signore. Suppongo che per voi lo sarà. A quanto pare avete solo buone giornate». Lui rise sottovoce. «A quanto pare. Dai, non avercela con me per ieri sera. Ti sei divertita un sacco». «Sì, me lo ricordo» fece lei, irritata. «Oh, anch’io...» sorrise lui. «Coso! Valletto! Ho fame!» Sulla porta comparve un servitore dall’aria preoccupata. «La colazione arriva subito, signore». Ardan si sciolse i muscoli delle spalle. La sua espressione soddisfatta era inguardabile. «Puoi sempre scrivere a papà che ti torturiamo» disse, con gioia maligna. Lili si passò una mano sulla faccia. «Per favore». Lui