14. Bowie salì sul piccolo aereo con la faccia scura. «Insomma, che cazzo sta…» latrò. Poi si azzittì. Ron si tolse il cappellino da guardia carceraria e lo buttò per terra. Don si sfilò le chiavi dall’anello e aprì le manette del prigioniero. Lui la guardava senza parole. Ron tossicchiò e si grattò la testa. «È stato un onore, lavorare con te, capo» disse, guardandosi i piedi. «Anche per me» Aggiunse Don. Le strizzò l’occhio. «Divertiti». Snow si alzò in piedi e fece un cenno al pilota. «Lo stesso per me, ragazzi. Statemi bene. E non spendete tutto subito». Don e Ron sogghignarono e saltarono giù dall’aereo, che aveva già acceso i motori. Corsero verso il furgone e salirono. Snow chiuse il portello e si voltò verso Bowie. «Mi scuserai per il trasferimento brusco» disse. Lui le
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