Incidenti-6

2022 Words
“Sì, hai ragione ... Me lo avevi detto. Ho fatto confusione.” ammise lui che, dopo un attimo, aggiunse allarmato. “Accidenti! Meno male che non l’ho fatto!” “Fatto … cosa?” “Quando finalmente sono arrivato al parco, mi è venuto in mente di fare un kuxin per far prima.” “COSA?! Ma sei matto?!” si sbalordì Archie, sbarrando gli occhi. “E che sarà mai! Cosa avrebbero mai potuto farmi?! Mettermi in galera per una roba del genere? A proposito, ci sono le prigioni a Lumenalia?” ribatté, seccato per la reazione dell’amico che giudicava eccessiva. “Ti avrebbero espulso dalla Domus, con tutto quello che comporta.” replicò l’altro molto serio. “E sarebbe?” si informò, cominciando a preoccuparsi. “Sarebbe che, essendo l’unico Lyceum di Lumenalia, se ti cacciano, non puoi completare la tua istruzione di base, che è indispensabile per poter fare un qualsiasi lavoro decente. Il che sta a significare che diventi un Oscurato. E non è come deciderlo. Non so se mi spiego.” sentenziò Archie, con un’aria severa che non gli era propria. Ares ebbe un fremito. Si ricordò che Mira aveva spiegato pochi giorni prima che un Lumen poteva decidere di non esserlo più, se preferiva vivere nel Mondo Opaco, ma non gli sfuggì la precisazione di Archie. “È come una specie di … esilio?” si accertò. “Uhm … Qualcosa del genere. Comunque, se si infrange la Lex in modo grave, succede di peggio. Non solo si è banditi da Lumenalia e non si è più Lumen, cioè si perdono tutti i propri poteri, ma sono anche previste altre pene, come la detenzione a vita. E per rispondere alla tua domanda: sì, a Lumenalia ci sono le prigioni. A LumenBritania ce n’è una sola. Il penitenziario Noxanigra.” “E pensi ... pensi che avrebbero potuto mettermi anche in prigione?” “No, questo no, visto che non avevi usato l’Antica Sapienza per commettere qualche crimine. Ma l’espulsione sarebbe stata comunque una punizione dura. Puoi immaginarlo da te, no?” Ares deglutì, rimanendo per qualche istante senza fiato. Aveva rischiato davvero grosso. “Ma nei territori Lumen possiamo usare l’Antica Sapienza, vero?” si accertò. “Sì e no. Sai già che non possiamo fare e usare i kuxin ...” “Ehm ... E se per caso uno ne ha proprio bisogno e deve farlo ... Cosa gli può succedere?” “Dì la verità. L’hai fatto qualche volta, eh?!” si informò l’amico, dandogli di gomito e lanciandogli un’occhiata complice. “Ehm …” “Dai, confessa! Guarda che lo fanno tutti! Be’, quasi tutti ... Anch’io, comunque!” Ares sorrise sollevato, mentre annuiva. “Devi stare in campana, però. Ti darò qualche dritta per non farti beccare.” “Cosa succede, se invece capita che ...” “Dipende. Se ti sorprendono mentre voli ti puniscono in base alla tua altezza e velocità. Come puoi immaginare, più sono elevate, più la pena è salata. Quindi, come prima cosa devi stare in allerta. Non appena avverti qualcosa, salta giù ed elimina il corpo del reato. In questo modo, ci sono buone possibilità di cavarsela con una ramanzina.” “Altrimenti?” “Eeeh ... altrimenti ... Se succede nel territorio della Domus, spetta al tuo Rector lisciarti la schiena, ma di solito la cosa finisce lì. Ah! Ti avviso che la Douglass è durissima, dicono più di Stiff, ma io non ci credo. Nessuno può battere Sideral. Se invece capita fuori, è un bel guaio perché i Rendor, che ti ricordo sono gli Alewar che si occupano delle infrazioni alla Lex, informano sempre le famiglie. Così, alla punizione prevista dal codice, si aggiunge anche quella dei genitori.” “Che ... punizioni sono?” “Lavoro.” “Di che tipo.” “Di tutti i tipi. Ti possono mettere nelle cucine, a fare le pulizie, o a lavorare negli orti, o ancora a trascrivere montagne di roba. Cose così.” “Ah, be’. Credevo peggio.” “Se ti sembra divertente ...” “Be’ divertente no, ma dopo tutto se è una punizione ... Ma, senti un po’, e chi non ... non ha una ... famiglia?” “Ah! Quello sì che è for ...” Archie si fermò di botto, arrossendo imbarazzatissimo. “Scusa, scusa. Stavo dicendo una gran fesseria.” ammise contrito, aggiungendo. “Di solito, c’è un tutore, ma non so se tu ...” “No. Non ne ho. Alle Esperidi era Byron, il responsabile per tutti gli ... ospiti. Qui, immagino che sia il Praesidens. Nessuno mi ha detto niente, però. Neanche Yolhair che ho incontrato solo una volta, quando sono arrivato, poi più.” Ares scosse il capo con vigore per scacciare l’inquietudine che tutto quel discorso gli aveva provocato. “Tornando alla faccenda di Greenman. Tu dici che non poteva essere un Lumen, perché è proibito dalla Lex usare l’Antica Sapienza in territori Opachi. È così?” “Non proprio. Mica basta che una cosa sia proibita perché nessuno la faccia, no?” “Giusto. Quindi?” “Hai detto che è scomparso almeno due volte.” “Sì, forse tre. Non sono sicuro, se l’ha fatto più di una volta a St. James Square.” “Per sparire così alla svelta, si è teleportato. E non una volta sola. Oltre tutto, in un lasso di tempo molto breve. Questo avrebbe fatto intervenire di corsa i Vigiles e tu li avresti visti.” “Sei sicuro?” “Mmmm ... sì. Naturalmente, non sono certissimo, ma dalle cose che ho sentito dire alla mamma e anche a papà, lo zio e gli altri, sono convinto che il tuo Greenman non sarebbe passato inosservato. È per questo, che credo che fosse ... altro.” “E cosa?” “Non so ... Magari, un Opaco in vena di scherzi.” “Ma sei hai detto che si è teleportato – e ti do pienamente ragione: non avrebbe potuto svanire così nel nulla in un istante – non poteva essere un Opaco.” “Giàaa.” concordò Archie, che si mise a guardarlo di sbieco storcendo la bocca. “Che c’è?” chiese lui secco, indovinando cosa aveva in mente. “Non ti offendere, ma ... Non pensi che ...” “Credi che me lo sia inventato?!” “No. Dico solo che, forse, i tuoi occhi ti hanno giocato un brutto tiro.” Ares lo guardò accigliato. “Hai detto anche tu che eri un po’ turbato dopo l’incontro col tuo Direttore. E che, quando hai visto in vetrina quell’anello d’oro col drago, hai immaginato quello di giada. Tra l’altro, se non ricordo male, nel trittico degli anelli che mi hai descritto, quando mi hai parlato della tua scelta del Segno non ce n’era uno proprio con l’effigie di Green Man?” “Perbacco! Hai ragione! Quando l’ho visto quella volta per me era solo un volto maschile, neanche tanto bello, completamente circondato da un’aureola di ramoscelli con foglie. Sei stato tu che, quando te l’ho raccontato, mi hai spiegato che quell’anello in bronzo riproduceva un Green Man!” Il suo entusiasmo si spense quasi subito. “Come la mettiamo che l’ho visto a grandezza naturale ... Un volto vero di un uomo adulto, foglie a parte?” “Secondo me, eri tu.” “Io?!” “Sì, tu. Hai visto la tua faccia dentro il cappuccio, riflesso su un vetro tra luci e ombre. Il ricordo degli anelli ha fatto il resto.” “E le foglie verde scuro?” “Te l’ho detto, le foglie le hai prese dall’anello raffigurante Green Man e il verde scuro ... il verde scuro ...” L’amico picchiò forte il pugno sulla palma, trionfante. “Non avevi con te un sacchetto di quel colore?” “Sì. Era il regalo per Byron.” confermò lui, parlando adagio “Ed era ... era fatto di ... foglie ... foglie vere. Me lo ha detto la commessa del Pomegranade, quando ho ammirato il materiale con cui era fatto. Ha ragione Wilma. Sei un genio, Archie! Se penso alla paura che mi sono preso. Mi sono impressionato talmente tanto, che mi è sembrato di vederlo anche a St. James Square! Sì, sì. Deve essere andata così.” sancì convinto. Tutto sommato, preferiva credere di aver avuto un’allucinazione, piuttosto che essere perseguitato da un minaccioso sconosciuto. Archie fece un largo sorriso soddisfatto. “Bene, bene. Questa è risolta. Anche perché, scusa sai, ma cosa avrebbe mai potuto volere da te un tizio combinato a quel modo, che poi scompare così senza dirti ... o farti ... nulla?!” “Sì. Hai ragione.” concordò, volendosi convincere ancora di più. “E quell’uccellaccio maledetto?! Guarda come sono conciato per colpa sua!” rammentò, mostrando le mani e indicando poi ginocchia e spalla. “Ah! Quello deve essere un Volucer mezzo matto.” “Oh no! Ho dovuto usare un nibbio qualche giorno fa.” Gli riferì i dettagli di quell’accidentata spedizione, sorvolando sulla destinataria della sua missiva, non avendo ancora capito se Astrea aveva fatto un regalo anche ad Archie e non volendone suscitare la gelosia. L’amico non sembrava interessato a sapere a chi lui scrivesse, quanto invece al cibo dato in p*******o. “Ecco spiegato l’arcano! Mai, e ripeto mai, devi dare ai rapaci carne cotta. Si offendono a morte. Sicuro come l’oro, che il nibbio che ti ha spazzolato al parco era lo stesso! Di solito fanno così quando vogliono farla pagare a qualcuno.” Ares emise un lungo sospiro. “Ma i Volucres circolano liberamente anche nel Mondo Opaco?” “Assolutamente sì!” “Ecco, una cosa che non ho capito. I Volucres sono uccelli normali? Voglio dire come quelli del Mondo Opaco?” “No. Gli animali, quindi anche gli uccelli, che popolano i territori Lumen sono diversi da quelli Opachi.” “Mi stai dicendo che sono anche loro ... Lumen?” “Esatto.” “Ma allora come li distingui dagli ... altri?” “Be’ è abbastanza semplice. I Volucres rispondono al Sibilus e fanno da messaggeri, gli uccelli Opachi no.” “Ah! E per fare la pace con uno di loro? Sai, non vorrei essere ancora ... spazzolato.” “La cosa più semplice è dare loro quello che volevano, nel caso del tuo nibbio un pezzo di carne fresca. Ma se fossi in te starei tranquillo: una volta che ti hanno punito, non portano rancore e quindi non ti fanno più niente.” “Ah! Questa sì che è una consolazione!” ironizzò lui. Il pensiero di quanto gli era capitato a Londra quel pomeriggio, e la lunga chiacchierata che aveva avuto con Archie al riguardo, lo tenne sveglio per parecchio. Da una parte, voleva credere che le spiegazioni dell’amico fossero giuste, ma dall’altra qualcosa dentro di sé gli diceva che non aveva avuto delle visioni, che il suo Greenman era vero, in carne e ossa, e anche che l’attacco di quel nibbio aveva qualcosa a che fare con l’individuo che lo aveva seguito. Non c’era niente di razionale in quelle congetture, ma il suo istinto gli diceva che non aveva torto e che avrebbe fatto meglio a stare in guardia. Il giorno dopo, nel tardo pomeriggio, andò con Archie al Santemple a fare visita a zio Richard. Quando arrivarono nella sua stanza, si sorpresero nel trovare una persona che non si aspettavano. “Mira!” esclamarono entrambi stupiti. La Segretaria Generale dell’Aegis ricambiò il loro saluto con un sorriso, proseguendo subito la sommessa conversazione che stava avendo col signor Sherwood. “Papà ... Papà si è ripreso.” comunicò loro Wilma raggiante, rimanendo seduta accanto al letto del padre e tenendogli teneramente una mano. “Sì. Sta rispondendo alle cure in modo davvero straordinario.” confermò Dora Peak sollevata, guardando il fratello con affetto. Archie e Ares si rallegrarono, avvicinandosi poi all’infermo, che li aveva invitati con un debole gesto della mano libera. Scambiarono qualche parola con zio Richard che era decisamente provato, ma comunque sorridente.
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