17. Jim amava Londra, amava il suo rumore e il suo odore. Adorava la sua pioggerella leggera, il suo buon umore, la sua inimitabile confusione. Parigi, invece, aveva su di lui un effetto depressivo, perché viveva in maniera troppo disincantata e leggera. Non c’era alcuna possibilità di riposarsi a Parigi. Era una città sempre in moto, sempre in guerra. Bruxelles era una Parigi più volgare. Berlino era per lui una tristissima Gomorra e Madrid un vulcano spento sotto il quale una nuova colata di lava cercava una via d'uscita. Amava anche New York, la città di metallo e cemento, abitata da buoni di cuore che si fingono dittatori. Per lui nulla al mondo somigliava a New York. Con la sua fertile fantasia, Dante Alighieri avrebbe potuto sognarla e Leonardo da Vinci avrebbe potuto progettarla