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2905 Words
Si lasciò ricadere sulla sedia più vicina, scioccato. Il vampiro assottigliò gli occhi senza perderlo di vista un solo istante. Il discorso poteva considerarsi chiuso o doveva aspettarsi qualche sorpresa da parte sua? “Mi sono perso qualcosa?” chiese a sua volta Maverick entrando insieme alla cugina. “Niente di importante, ho fame!” ripeté Hells per la centesima volta. Excell scosse la testa con un sospiro, ma non riuscì a trattenere un sorriso. Se non altro i piagnistei di Hells avevano smorzato la tensione. “Toast alla Hells?” propose, e la mezzosangue esultò alzando un braccio. “Dimitri non viene a fare colazione?” chiese Kiri piegando il capo di lato. “Ho preferito lasciarlo dormire, doveva… ancora riprendersi.” rispose guardando Rei di sottecchi. Il vampiro ricambiò il suo sguardo, anche se nessuna emozione animava i suoi occhi freddi. Lui sapeva da cosa doveva ancora riprendersi Dimitri. Maverick entrò in salotto, ma alla vista del vampiro seduto sul divano, i suoi occhi marroni brillarono dietro le lenti scure. Non c’era nessun altro nella stanza oltre a loro due, un’occasione perfetta. “Hey Rei!” Lui appoggiò il coltello che stava affilando sul tavolino, prima di voltare il capo nella sua direzione. “Come ti senti?” gli chiese con un sorriso. Rei assottigliò gli occhi azzurri, guardingo. “Meglio.” Il suo tono di voce era neutro e privo di emozioni come sempre, ciononostante l’angelo bianco sorrise comunque. “Ti riprendi proprio in fretta tu, vero? Comunque, hai da fare?” Rei lo fissò a lungo, come se stesse cercando di capire dove volesse arrivare, ma il fatto che i suoi occhi fossero celati dagli occhiali da sole gli impedì di capire le sue intenzioni. “Al momento no, perché?” chiese senza staccare lo sguardo da lui. “Non so se Hells te ne ha parlato, però…” cominciò Maverick torcendosi le mani, mentre tutta la sua sicurezza andava scemando. Il vampiro chiuse gli occhi e lasciò sfuggire un sospiro. I Rockers. Sì, gliene aveva parlato. Dai, vedrai che ti divertirai! E poi mi farebbe molto piacere vederti suonare con loro, almeno avresti un’attività alternativa all’allenati-e-affila-i-coltelli! “Oggi devo trovarmi con Jack e quindi… non sei obbligato a venire, ma se potresti anche solo ascoltare quello che ha da dirti, dopo se non ti va sei libero di non unirti a noi e…” “Guida tu, io non posso farlo di giorno.” Maverick sbattè gli occhi più volte, confuso. Si era preparato decine di contrattacchi ai vari no del vampiro, ma la sua risposta l’aveva completamente spiazzato. Aveva… accettato? “D-davvero?” chiese titubante, come se non si fidasse più delle sue stesse orecchie. Rei si limitò ad annuire, prima di alzarsi in piedi. “Evviva!” urlò saltando dalla gioia. “Scusa, ma è stato più forte di me!” “Devo portare qualcosa?” domandò con sul suo solito tono inespressivo mentre slacciava la cintura dei coltelli. Per quanto detestasse uscire disarmato, non gli sembrava il caso di portarli con sé in quella situazione. “Oh no, Jack ha già tutto l’occorrente!” lo rassicurò Maverick prima di schizzare fuori dalla stanza. Rei assottigliò gli occhi. Tutto l’occorrente. Per fortuna che doveva limitarsi ad ascoltare quello che il ragazzo voleva dirgli. Ma ormai aveva accettato e non era il tipo da tirarsi indietro alla prima difficoltà. Dopo l’ennesimo sospiro, seguì l’angelo in corridoio, che non stava più nella pelle dall’euforia. Quando passarono davanti alla porta della cucina, Maverick ci infilò dentro la testa. In mancanza di Dimitri e Excell che da quando era entrata in camera non era più uscita, Luna si era offerta di pulire la cucina e lavare i piatti con l’aiuto di Hells. L’angelo rivolse a quest’ultima un sorriso a trentadue denti e sollevò entrambi i pollici. Quando la mezzosangue vide Rei insieme a lui, le fu tutto chiaro. Sorrise a sua volta, dopodiché riprese ad asciugare il vassoio che aveva in mano. Excell accarezzò le guance ruvide di Dimitri. Era seduta sul letto con la testa del demone posata sulle ginocchia. “Va meglio?” Lui annuì lentamente, le iridi dorate ridotte a due fessure. “Sì, ora va meglio.” mormorò. “È solo che… è successo tutto così in fretta. Scoprire l’identità dei miei genitori era già una cosa sconvolgente, ma sapere che…” “Adesso basta.” lo interruppe dolcemente la ladra posandogli un dito sulle labbra. “Tu non hai niente a che fare con Barry. Hai vissuto da orfano per più di vent’anni, hai fatto a meno di quel pazzo furioso fino ad oggi, che sia tuo padre o no, puoi farne a meno per il resto della tua vita, non cambierà quello che sei!” Dimitri alzò lo sguardo fino ad incrociare quello risoluto della mezzosangue, ma lei gli impedì di ribattere. “Puoi anche essere suo figlio, ma questo non vuol dire niente! Io ti amo per quello che sei tu, Dimitri, non Dyuk Hermansen. Ti amo proprio per il tuo essere completamente diverso da Barry. Non so se l’hai ereditato da tua madre o se deriva dall’essere cresciuto coi monaci, non mi interessa. Non ha alcuna importanza e non farà alcuna differenza, e questo vale anche per gli altri, compreso Rei. Non è un gran parlatore e non esterna ciò che prova, ma è anche uno che non gira attorno alle cose: se ti odiasse perché sei il figlio del suo più grande nemico, te l’avrebbe detto ieri sera stessa. Credimi, noi tutti ti vogliamo bene come sempre, Hermansen o meno!” Dimitri abbassò di nuovo lo sguardo, riflettendo a lungo sulle parole della ragazza. “Davvero?” chiese in un sussurro dopo un tempo che parve infinito. Excell gli sorrise dolcemente e si chinò a baciarlo. “Davvero, e ora andiamo a dare una mano a Luna prima che Hells frantumi tutti i piatti della cucina!” Nonostante tutto, il demone scoppiò in una risata liberatoria, mentre ogni dubbio e preoccupazione scivolavano lentamente dal suo animo. “Siamo arrivati!” annunciò Maverick parcheggiando il furgone nel sotterraneo del palazzo. “Pronto a conoscere Jack Cooper?” Rei, seduto sul retro, si limitò ad aprire il portellone e scendere in silenzio. Maverick lo guidò fino all’ascensore e pigiò il tasto del sesto piano, il volto attraversato da un sorriso perenne da quando avevano lasciato la villa. Il vampiro appoggiò la schiena alla parete mentre salivano e per un istante il volto dell’angelo si adombrò. “Sei… sicuro di stare bene? Se no torniamo un altro giorno…” Rei riaprì gli occhi di colpo e li puntò sui suoi occhiali da sole. “Sto bene.” tagliò corto con un tono che non ammetteva repliche. Maverick annuì senza aggiungere altro. Discorso chiuso. “Eccoci arrivati!” annunciò quando le porte dell’ascensore si aprirono. Percorsero il lungo corridoio per poi fermarsi davanti a una porta. “Non ti preoccupare, Jack tiene sempre le tapparelle abbassate.” lo rassicurò prima di suonare il campanello. “Arrivo!” urlò una voce dall’altra parte e in una manciata di secondi Jack Cooper corse ad aprire la porta. “Ciao Mav, entra pure! Oh, ma non sei da solo! Prego, entrate, non restate lì sulla porta!” esclamò sorpreso alla vista del vampiro. “Non badate al disordine, appoggiate pure le vostre cose sul divano e mettetevi comodi, arrivo subito!” Sparì in un’altra stanza e Maverick scosse la testa con un sorriso. Si sedettero sul divano in pelle nel momento esatto in cui il cantante tornava con un cestello di ghiaccio pieno di bottiglie di birra che appoggiò sul tavolino. “Piacere, Jack Cooper, tu ti chiami Rei se non ricordo male, vero?” esclamò con un sorriso affabile porgendo la mano al vampiro. “Ricordi bene.” annuì Rei stringendogliela. “Rei Hermansen.” Maverick si voltò a guardarlo di scatto, senza riuscire a mascherare un’espressione di stupore. Continuava ad usare il cognome di Barry, nonostante tutto. “Che mani gelide!” esclamò il ragazzo sorpreso prima di stappare due birre e porgerle ad entrambi. “Mav aveva detto che avevi fatto un incidente, va tutto bene?” Rei lanciò un’occhiata in tralice all’angelo, prima di tornare a guardare il cantante. “Niente di grave.” minimizzò portando la bottiglia di vetro alle labbra. Jack sorrise sollevato, lasciandosi finalmente cadere sulla poltrona di fronte al divano. “Ricordo la tua performance al karaoke, ma non avrei mai pensato che oltre ad avere una bella voce sapessi anche suonare la tastiera, due piccioni con una fava!” Rei si trattenne dal fulminare di nuovo Maverick. Hells aveva parlato di suonare, non di cantare. “Comunque non mi piace girare tanto intorno alle cose, quindi ecco il punto: ci serve disperatamente un tastierista e Mav ha detto che sei bravissimo. In più il tuo aspetto è perfetto per un gruppo rock!” Il vampiro si prese una ciocca di capelli tra le dita. Su quello non poteva dargli torto. “Non so se sei mai venuto ad uno dei nostri concerti, ma abbiamo un repertorio molto vasto, siamo discretamente famosi, guadagniamo anche bene e…” Rei sospirò con fare stanco. “D’accordo.” “E un milione di fan, so che sei già occupato ma un po’ di celebrità non…” “Va bene.” Maverick si voltò a guardare il vampiro e spalancò gli occhi dietro le lenti scure. “E siamo tutti… scusa, cos’hai detto?” chiese Jack confuso. “Accetto.” disse per la terza volta Rei. Il ragazzo si trattenne a stento dall’urlare di gioia. “Grazie, grazie davvero! Non sai quanto ti sia grato e non solo io, ma tutti quelli della band! Se Mav mi avesse detto che venivi anche tu li avrei radunati per presentarteli, ma non c’è problema, li conoscerai presto!” esclamò felice stringendogli calorosamente la mano. Il vampiro mascherò a stento una smorfia di dolore. Nonostante le ferite si fossero richiuse, aveva ancora qualche fastidio per colpa del sangue nero. “Hem, so che forse è chiederti troppo, ma… non è che potresti suonare qualcosa?” domandò il ragazzo congiungendo le mani. “Che c’è, non ti fidi del mio giudizio?” borbottò Maverick fingendosi offeso. Jack ridacchiò, dopodiché si alzò dal divano e guidò i due nella sala prove che aveva allestito nell’appartamento. Tolse la copertura dalla tastiera e invitò il vampiro a prendere posto. “Suona pure quello che preferisci!” Rei lanciò un’occhiata a Maverick che sollevò entrambi i pollici, infine optò per una delle tante canzoni dei Nickelback che aveva già suonato insieme all’angelo. “Poker d’assi.” “Ma non è possibile, neanche con quattro donne riesco a vincere!” AJ buttò le carte sul tavolo con fare rassegnato e sfilò la maglietta per poi passarla a Luna che la aggiunse al resto della sua vincita. “Dolce Luna, ho capito che vuoi spogliarmi, però…” “Vuoi continuare o preferisci fermarti?” lo interruppe la rossa. “Certo che continuo! Questa è la volta buona, me lo sento!” Luna sollevò le spalle con un sorrisetto. “Come vuoi.” “Povero illuso…” mormorò Kiri scuotendo la testa. “Senti chi parla!” esclamò Hells. “Vuoi continuare o preferisci fermarti?” ripeté a sua volta. “Certo che continuo! Questa è la volta buona, me lo sento!” borbottò la bambina stringendo il joypad della PlayStation con forza. “Povera illusa…” ridacchiò la vampira con un sorrisetto. “Ecco qui i biscotti!” esclamò Excell entrando in salotto con un vassoio in mano. Alle sue spalle comparve Dimitri con sei bicchieri impilati uno sull’altro e diverse bibite. Era tornato il Dimitri di sempre con il sorriso sul volto abbronzato. “Mav e Rei non sono ancora tornati?” domandò la mezzo demone guardandosi attorno. “Non ancora.” rispose Luna pescando distrattamente una carta dal mazzo per poi aggiungerla alle altre con un’espressione indecifrabile sul volto. “Ed è un bene o un male?” chiese ancora la ragazza. “Credo un bene. Se si sono fermati è perché Rei ha accettato, a meno che non li abbia uccisi e stia aspettando il tramonto per tornare a casa… Ecco qua! Tre Amigos e Frog Splash! Vince per la decima volta Eddie La Raza Guerrero!” urlò Hells sollevando un braccio. Kiri borbottò corrucciata, trattenendosi a stento dal lanciare il controller. “Non è colpa tua, Kiri, Hells è praticamente imbattibile a quello stupido gioco di wrestling.” sbuffò Luna. “Non è stupido!” “Sì, sì, come vuoi… Quindi, AJ?” Un sorriso beffardo si allungò sotto i baffetti del ragazzo. Sbattè le carte sul tavolo con forza, rivelando cinque carte dello stesso seme. “Colore! Prova a battere questo adesso, mia amata!” La ragazza sbadigliò con fare teatrale. “Eccoti servito…” sbuffò appoggiando una scala reale di cuori sul tavolino. Lo sconforto si impadronì del ragazzo che abbassò la testa, sconfitto. “Era la prima volta che facevo colore in tutta la mia vita…” piagnucolò prima di togliersi i jeans che andarono a sommarsi a tutto il resto. “Hai intenzione di perdere anche i boxer o ti ritiri?” sbottò Excell portando le mani ai fianchi. “Dai fuori le carte, questa è la volta buona, me lo sento!” tagliò corto il ragazzo, come se non l’avesse nemmeno sentita. Luna sorrise soddisfatta, mentre tutti gli altri sospiravano esasperati. “Signore e signori, vi presento il nuovo tastierista dei Rockers!” annunciò Maverick spalancando la porta del garage. Le teste di Hells, Excell e Kiri sbucarono dalla porta della cucina. “Hai accettato davvero?” chiesero le due mezzosangue in coro al vampiro fermo sulla soglia. Rei si limitò a scrollare le spalle con fare indifferente e Hells gli corse incontro per poi abbracciarlo. “Mr. Scorbutico si è abbassato ad unirsi ad un gruppo di comuni mortali? L’Apocalisse è forse in arrivo?” chiese Luna scettica, comodamente seduta su uno degli alti sgabelli. “A Jack è piaciuto subito, soprattutto per il suo look!” spiegò il chitarrista entrando in cucina. “L’aveva già sentito cantare al karaoke, ma quando l’ha fatto suonare… se non lo conoscessi, direi che potresti avere un rivale in amore!” scherzò rivolto a Hells che ridacchiò. Quando Rei entrò in cucina a sua volta, Dimitri si voltò verso i fornelli con la scusa di doversi occupare della cena. Nonostante le parole di Excell, non aveva il coraggio di sostenere lo sguardo del vampiro. “AJ? È sparito come al suo solito?” chiese Maverick affondando la mano nella scatola di ciambelle. “È andato a cercare qualcosa con cui coprirsi.” rispose Luna con fare indifferente, troppo occupata a contare una mazzetta di soldi. L’angelo scosse la testa con un sospiro, a quanto pareva non aveva ancora imparato la lezione. “Bisogna festeggiare con una bella cenetta!” urlò Hells alzando un braccio. “Hells, per te ogni scusa è buona, a maggior ragione perché non c’è proprio niente da festeggiare!” sbuffò ancora la cacciatrice lanciando un’occhiata in tralice a Rei. “Potresti preparare una super frittura, o una grigliatina…” continuò Hells avvicinandosi a Dimitri, come se non l’avesse neanche sentita. “Vada per la grigliata!” annuì il demone con un sorriso bonario. Se non altro, avrebbe avuto la scusante per non dover affrontare direttamente il vampiro. Rei espirò una nuvola di fumo che si disperse nell’oscurità, trasportata dalla brezza leggera che aleggiava quella sera. Ancora non capiva quale assurdo motivo l’avesse spinto ad accettare. Accarezzò King accoccolato ai suoi piedi e il lupo gli leccò la mano, riprendendo poi a sonnecchiare. La porta dietro di lui si aprì lentamente. Non si voltò per vedere chi fosse, non ne aveva bisogno. “Dimitri.” mormorò espirando un’altra boccata di fumo. Il demone alle sue spalle si irrigidì. Deglutì, come se fosse indeciso sul da farsi, ma alla fine si sedette di fianco a lui sui gradini d’ingresso. King aprì un occhio e gli rivolse un’occhiata annoiata. “Non sembra neanche lo stesso lupo.” esclamò osservando l’animale stranamente calmo e affettuoso. Per qualche secondo nessuno dei due parlò. “Rei, ecco…” Il vampiro si voltò e il demone cercò di non farsi intimidire dal suo sguardo di ghiaccio. “Io… volevo sapere se…” “Se ti riferisci al fatto che sei figlio di Barry, non me ne può fregare di meno.” lo interruppe bruscamente, cogliendolo di sorpresa. “Hermansen, Gallagher, o qualsiasi altro cognome tu abbia, per me non fa alcuna differenza. I legami di sangue sono irrilevanti.” Dimitri lo guardò a lungo negli occhi, sorpreso. “Sicuro?” chiese alla fine. Per tutta risposta, il vampiro gli diede una pacca sulla schiena, abbozzando qualcosa che assomigliava ad un sorriso. “Non ti preoccupare, non lo aggiungerò alla lista dei motivi per cui devo già ucciderti.” lo rassicurò, il tono di voce meno freddo del solito. Il demone lo fissò sbalordito. Era la prima volta che non vedeva la solita maschera di marmo sul volto di Rei, e per di più gli aveva addirittura rivolto un sorriso! Beh, insomma, un quasi-sorriso, ma era lo stesso un evento da segnalare come Data Storica! “Grazie.” disse visibilmente sollevato. “Figurati.” rispose il vampiro riassumendo subito la solita espressione impassibile.
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