Capitolo 4

1342 Words
{Il punto di vista di Allie} Rimanemmo in piedi nel parcheggio dei dipendenti a fissarci per qualche minuto. “Sin?” “Hm?” “Dove cazzo è la nostra macchina?” Chiesi. Stavamo fissando il parcheggio in cui avevamo lasciato la macchina. “Quello stronzo ci ha rubato la macchina?”. Sin rispose con un'altra domanda. Ci guardammo l'un l'altra. “Quello stronzo ci ha rubato la macchina!”. Gridammo entrambe. “Siamo venuti con quattro SUV. C'è un sacco di spazio per le ragazze minute come te, vieni”, disse Dorian e mi spinse verso l'ascensore. “Incredibile, cazzo! Fottuto pendejo!” Sin gridò mentre Mikey la trascinava con sé. Eravamo sedute nel retro di questa Taho con i vetri oscurati accanto a due ragazzi enormi, l’altro era alla guida. Uno di loro era, a quanto pare, la mia anima gemella, o io ero la sua, non ne ero sicura. Devin aveva toccato il fondo. Mi aveva seguita al lavoro, era entrato in casa nostra, ci aveva rubato i soldi e l'auto. Questa volta voleva davvero assicurarsi che non potessi scappare. Pensai che fosse stato un bene che Dorian e i suoi ragazzi fossero venuti al club oggi. Sia io che Sin saremmo morte se non ci avessero aiutate. Sin non perse tempo e accettò Mikey come suo compagno, come lo definiva lei. Erano sul terzo sedile posteriore e si stavano coccolando. Ero un po' invidiosa perché avevo sempre desiderato sapere cosa si provasse ad essere amati o almeno a provare dell'affetto, ma dopo l'aggressione di Devin avevo troppa paura. Parlavo sul serio quando dicevo di fidarmi di Dorian, ma non riuscivo ad avvicinarmi a nessuno, non ora. Soprattutto con Devin là fuori che terrorizzava Sin e me. Mi dispiaceva che fosse stata trascinata in questa storia. Aveva detto che non mi biasimava, ma io continuavo a incolpare me stessa. “Bene, signore, siamo arrivati”, disse Brandon accostando vicino al complesso residenziale. Anche la polizia metropolitana era lì. “Sembra che qualcuno abbia sentito il baccano causato dalla furia di Devin e abbia chiamato il 911”, disse Sin. Mentre ci avvicinavamo alla nostra porta, l'agente di polizia ci fermò. “Mi dispiace, ma questa è una scena del crimine”. “Noi viviamo qui, agente”, gli dissi. “Documenti per favore”, Sin e io tirammo fuori i nostri documenti e glieli mostrammo per provare che abitavamo effettivamente lì. "Agente, vogliamo solo vedere se possiamo recuperare qualche effetto personale come vestiti e prodotti per l’igiene. Ci serve una piccola borsa da viaggio. Sappiamo che non possiamo restare qui, i nostri amici ci porteranno a casa loro”, gli disse Sin. “Posso darvi dieci minuti. Dovrete indossare dei guanti per non compromettere le prove”, ci diede un paio di guanti ed entrammo. Sin andò nella sua stanza e io nella mia. Andai nel mio armadio che era stato messo a soqquadro. Presi alcune magliette, pantaloncini, jeans e indumenti intimi e li misi nel mio piccolo borsone da palestra. Mi tolsi i tacchi, li buttai nella borsa e mi cambiai con abiti normali e scarpe da ginnastica. Andai in bagno e, quando accesi le luci… “AHHH!!!!!” Urlai a squarciagola. “Dorian, Sin e un agente di polizia entrarono.” “Allie, cosa c'è?” Dorian chiese abbracciandomi. Indicai lo specchio. “Quello è.…” “È sangue”, disse Dorian. Nello specchio c'era scritto un messaggio col sangue. SII.MIA.O.MUORI “Portate subito qui la scientifica!” Gridò la polizia. “Non so cosa abbia toccato o fatto ai miei effetti personali; non voglio niente di tutto questo. Voglio solo andarmene, Dorian, per favore, voglio andarmene”. “Ok, piccola andiamo". I miei effetti personali non avevano più alcun significato ora che lui li aveva toccati. Dorian mi stava accompagnando fuori dalla mia stanza quando mi ricordai di un oggetto importante. “Aspetta”, dissi e allungai la mano sotto il materasso per prendere una foto. Sorrisi, e la misi nella tasca posteriore dei pantaloni. “Ok, possiamo andare”. “Signora Park”, mi chiamò l'agente. Io e Dorian ci girammo a guardarlo. "Abbiamo bisogno di un nome". “Si chiama Devin McMillian, è il mio ex fidanzato, ha violato la libertà vigilata lasciando lo stato del New Hampshire”, gli dissi. “Possiamo avere una sua foto?” Annuii e gli passai una foto di Devin dalla mia scrivania. Tenevo sempre delle copie della sua foto per occasioni come questa. C'era scritto, “Se sono morta o scomparsa, è stato questo stronzo”. C'erano anche il suo nome e il suo indirizzo. “Ho anche un filmato di sicurezza che riprende l'infrazione e le minacce sul mio cloud . Posso mandarle il filmato via e-mail”, gli dissi. “Ecco il mio biglietto da visita”, lo presi e lo diedi a Dorian. “Mi dispiace per quello che è successo a lei e alla sua amica. Faremo del nostro meglio per catturarlo”. “Agente, non voglio che lo prendiate”, lui mi guardò stranito. “Voglio che lo uccidiate”, a giudicare dall'espressione sul suo viso capì che ero seria. Sin finì di fare i bagagli e salimmo sui SUV. La maggior parte della sua stanza era intatta, quindi si sentì a suo agio nel prendere le sue cose. Aveva preso dei vestiti in più in modo da poterli condividere con me. Era pratico portare la stessa taglia. Sin chiamò il nostro padrone di casa e gli spiegò la situazione. A causa delle circostanze attenuanti, erano disposti a venirci incontro per la disdetta del contratto di affitto a patto che pagassimo una tassa per coprire eventuali danni. Dato che non avevamo più soldi in banca e che eravamo ufficialmente senza lavoro, Mikey si offrì di pagare, era stato un gesto molto carino da parte sua. Guardai fuori dal finestrino e tirai fuori dalla tasca la foto dei miei genitori. “Umma, Appa, meeanhae. Shilmang manhee hajee”, dissi in coreano mentre sfioravo la foto con un dito, le lacrime iniziarono a rigarmi il viso. (Mamma, papà, mi dispiace, sarete rimasti molto delusi da me). Stavo singhiozzando; mentre guardavo fuori dal finestrino Dorian si avvicinò a me. Lo sentii mettere delicatamente le sue braccia intorno alla mia spalla. Mi sentivo così abbattuta che cedetti, mi appoggiai al suo petto e singhiozzai mentre andavamo a casa sua. Devin mi aveva rovinato di nuovo la vita. {Il punto di vista di Dorian} La guardai tirare fuori dalla tasca posteriore una foto, doveva essere quella che aveva preso dall'appartamento. Era così terrorizzata che uscì con solo quello che aveva indossato e se ne andò. Aveva abbandonato tutte le sue cose. Tutto ciò per cui aveva lavorato negli ultimi quattro anni le era stato portato via in un attimo. La guardai fissare la foto e mormorare qualcosa, poi iniziò a piangere. Vederla triste mi aveva spezzato il cuore. La mia compagna era in lacrime e tutto per colpa del suo ex. In un modo un po' strano, lui l'aveva spinta verso di me più velocemente di quanto mi sarei aspettato. La conoscevo solo da qualche ora e stava già venendo a casa mia. Non potevo restare a guardare mentre piangeva. Mi avvicinai lentamente e le passai un braccio intorno alle spalle. Lei trasalì un po', ma si arrese, si appoggiò al mio petto e pianse. La strinsi il più possibile. Alzai lo sguardo verso Brandon, aveva un'espressione di colpa e compassione sul viso mentre guidava per accompagnarci a casa. Mikey, come sta Sin? Gli chiesi tramite la connessione mentale. Sta piangendo anche lei. Vedere la sua migliore amica in quello stato la sta uccidendo. Dobbiamo trovare questo Dorian, soprattutto se fa parte di una famiglia di criminali. Lo so. Mi prenderò qualche giorno di pausa dall'ufficio per prendermi cura di Allie, tu fai lo stesso con Sin. Poi rintracceremo questo stronzo e lo uccideremo.
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