7. «Che cosa è successo?» chiesi, pochi minuti più tardi. Avevo smesso di singhiozzare per il dolore e avevo iniziato a farmi delle domande. Joe mi lanciò un’occhiata colpevole che era tutto un programma. «Dio, mi brucia tutto» sospirai. E poi: «Smettila di fare quella faccia. Non so che cavolo mi sia preso, ma non si può dire che sia colpa tua». «Be’, che era troppo grande si vedeva a occhio nudo. E probabilmente non serviva essere un genio nemmeno per capire che piantartelo dentro con una bella spinta non era una grande idea. D’altronde nemmeno quasi soffocarti con l’uccello è stato molto gentile». Lo guardai. Era evidente che l’idea lo faceva stare male, ma non mi aiutava a capire. «Quello mi è piaciuto» dissi. «No, aspetta, pure farmi scopare con lo sciroppo d’acero mi è piaciuto