Jared
Ho mandato tutto a puttane. Di brutto.
Sapevo che avrei dovuto tenere le mani alla larga da Angelina. È la mia kryptonite femmina. Il mio autocontrollo va a farsi benedire quando lei è nei paraggi.
Ora mi sono lasciato andare e l’ho degradata nel peggiore modo possibile.
Ne è quasi valsa la pena. Quasi.
Cazzo, mi farò seghe a manetta per una settimana intera, solo pensando al suo viso in preda all’orgasmo. È stato ancora meglio di come me l’ero immaginato.
Controllo la folla rimasta, quelli che hanno bisogno di un incoraggiamento per andarsene. Uomini e donne che cercano di confermare le conquiste fatte prima di levarsi di torno.
“Tempo scaduto,” esclamo. “Tutti fuori.”
Un paio di ragazze ritardatarie mi fulminano con sguardi che gridano scopami.
Non ne ho la minima tentazione. Per niente. Ma una parte di me pensa che forse dovrei scoparmene una giusto per levarmi dalla testa quella bellezza rossa. Per eliminarla dalle mie fantasie. Cavolo, è al centro dei miei pensieri da quando è arrivata qui all’inizio del semestre con quella sua ideona delle ballerine.
E mi sono pure offerto volontario per preparare i cubi su cui ballano.
Una bionda, più carina in penombra di quanto appaia ora sotto alla luce piena, mi viene incontro barcollando su tacco dodici.
Mi acciglio e scuoto la testa e lei prosegue dritta, uscendo dalla porta. Scuoto ancora la testa, più a me stesso che a chiunque altro, e do una mano a spingere fuori il resto della folla. Mentre passo lo spazzolone sul pavimento per raccogliere i bicchieri di plastica, le cannucce e i tovagliolini di carta, cerco di pensare a qualcos’altro, qualsiasi cosa che non siano le dolci curve del culo di Angelina mentre ballava su quel cubo. O la leggera increspatura delle sue labbra quando l’ho penetrata. Il modo in cui la sua bocca si è aperta e gli occhi hanno ruotato indietro quando è venuta.
Dopo la chiusura, me lo sto ancora ripetendo in loop nella testa.
“Che problemi hai, amico?” mi chiede Trey mentre andiamo verso le moto parcheggiate nel cortile esterno.
“Niente.” Sembro più scorbutico di quanto vorrei.
“È successo qualcosa con la ballerina?”
“Taci, stronzo.” Trey è il mio migliore amico, ma a volte non è capace di lasciare stare la gente.
“Ah-ah. Come immaginavo. Damian ha detto che te la stavi scopando nel magazzino.”
Prendo Trey per il colletto e me lo tiro vicino guardandolo dritto negli occhi. “Non la stavo scopando.”
“Ok,” dice velocemente, alzando le mani. “Come dici tu, amico.”
So che non ho fatto altro che scavarmi la fossa adesso, quindi lo lascio andare e indico la sua moto con uno scatto del mento. “Vai avanti. Ci vediamo dopo a casa.”
“Dove vai?” mi chiede sospettoso.
“A fare un giro.”
Trey scrolla le spalle e parte. Aspetto che si sia allontanato, poi monto in sella alla moto e accendo il motore facendolo rombare più forte di quanto servirebbe.
Parto sgommando dal parcheggio. Sono quasi le tre del mattino e non ci sono auto per strada. O almeno questo è quello che mi dico. La verità è che sono ancora dentro a quel magazzino del cazzo, a rivivere la parte dove tutto è andato a rotoli con Angelina.
È per questo che esco dal vicolo senza guardare.
Non vedo l’auto in arrivo. Non finché mi trovo a volarle sopra e il vetro esplode in mille pezzi che sembrano i coriandoli sparati da un palloncino esploso.