9. Isabelle Brant arrivò all’ora del tè, come supponevo avrebbe fatto. Quella mattina non avrebbe potuto seguirmi in ogni caso, non lasciando suo figlio da solo in piscina. E sapevo benissimo che durante la giornata aveva un’agenda piuttosto fitta, perché vedevo regolarmente le vetture degli ospiti che atterravano o quella del Governatorato che si alzava in volo, diretta verso impegni istituzionali di varia natura. Quindi non mi stupii di non vederlo prima dell’ora del tè. Neutia mi annunciò che era arrivato e io mi lisciai la gonna e mi sistemai lo scialle. «Octavius». «Isabelle. Neutia, ora puoi lasciarci. Ti chiameremo più tardi per il tè». Lei sembrò un po’ stupita, ma si limitò a un veloce inchino, prima di andarsene sculettando. Brant fece un passo avanti. «Sono molto imbara