Prologo | Maeve

391 Words
Continuo a rigirarmi nel letto da almeno venti minuti, non trovando una posizione comoda. «Cristo santo, Maeve, vuoi stare ferma? Non riesco ad addormentarmi se continuo a sentire le molle del letto che cigolano» sbotta Alaska. Le lancio un'occhiataccia, anche se col buio non mi può vedere. «Scusa tanto se devo ancora realizzare che, essendomi rifatta le tette, non posso più dormire a panica in giù.» «Benvenuta nel mondo di chi ha le tette grandi naturalmente. Ora taci, stai ferma e dormi.» Sbuffo, infastidita dalla sua insensibilità. «Senti, ti ricordo che questa è camera mia. E tu mi stai impedendo di poter dormire al centro del mio fantastico letto matrimoniale.» Allungo il braccio alla mia destra per accendere la luce sul comodino, poi mi appoggio sui gomiti e guardo la mia migliore amica in faccia. «Ricordami perché sei nel mio letto e non nel tuo.» Alaska alza gli occhi al cielo. «Perché nella mia camera, legato ad una sedia, c'è il ragazzo che il nostro capo ci ha detto di rapire per chiedere dei soldi alla sua famiglia.» «Giusto» borbotto. Poi la guardo confusa. «Aspetta, ma per queste cose non abbiamo la cantina?» Alaska mi tira un cuscino in faccia. «Ma sei ubriaca o deficiente? In cantina abbiamo il corpo di cui dobbiamo sbarazzarci.» «E perché non ce ne siamo sbarazzate subito? Ora avrà già iniziato a puzzare.» Alla sua occhiataccia mi rispondo da sola. «No, non dire niente. Mi ero dimenticata che è morto dissanguato oggi pomeriggio. Non potevamo di certo andare in giro con un cadavere in pieno giorno.» Alaska si appoggia alla testiera del letto e sospira. «Certe volte penso che avremmo bisogno di un'agenda, con tutti i lavori e gli impegni che abbiamo, ma se qualcuno la trovasse...» Si gira a guardarmi. «Non penso che l'arancione stia bene con il blu dei tuoi capelli.» Prendo una ciocca tra le dita e la fisso. «In effetti...» Poi rifletto su una cosa. «Dovrei cambiare colore, è da un po' che non lo faccio.» «Torna rossa, stai bene» mi suggerisce. Annuisco, poi mi metto in piedi. «Ci sbarazziamo ora del corpo? Io tanto non riesco a dormire.» Si alza in piedi anche lei. «Va bene, altrimenti dovremo aspettare fino a domani notte e la puzza sarebbe terribile.» In effetti, sarebbe abbastanza disgustoso. Sospiro. I nostri lavori spesso non sono facili.
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