ᴊᴀx: ʜᴀɪ ɪᴍᴘᴇɢɴɪ ᴘᴇʀ ᴏɢɢɪ ᴀ ᴘʀᴀɴᴢᴏ?
ɪᴠʏ: ɴᴏɴ ʟᴏ sᴏ. ᴅᴏᴠʀᴇɪ ᴘʀɪᴍᴀ ᴠᴇᴅᴇʀᴇ sᴇ sᴀᴛᴀɴᴀ ʜᴀ ɪɴ ᴘʀᴏɢʀᴀᴍᴍᴀ ᴀʟᴛʀɪ sᴀᴄʀɪғɪᴄɪ.
ᴊᴀx: ᴘʀᴏᴠᴏ sᴇᴍᴘʀᴇ ᴘɪù ᴘᴇɴᴀ ᴘᴇʀ ᴛᴇ...
ɪᴠʏ: ɪɴ ʀᴇᴀʟᴛà ᴍɪ ᴀᴍɪ.
ᴊᴀx: sᴇ ᴄʀᴇᴅᴇʀʟᴏ ᴛɪ ғᴀʀà ᴅɪᴠᴇɴᴛᴀʀᴇ ɪɴᴛᴇʟʟɪɢᴇɴᴛᴇ, ᴀʟʟᴏʀᴀ ᴄʀᴇᴅɪ ǫᴜᴇʟʟᴏ ᴄʜᴇ ᴠᴜᴏɪ.
ɪᴠʏ: ᴄᴏᴍᴜɴǫᴜᴇ sᴏɴᴏ ʟɪʙᴇʀᴀ.
ᴊᴀx: ᴘᴇʀғᴇᴛᴛᴏ. ᴘʀᴀɴᴢɪᴀᴍᴏ ɪɴsɪᴇᴍᴇ?
ɪᴠʏ: ᴄᴇʀᴛᴏ. ɪʟ sᴏʟɪᴛᴏ?
ᴊᴀx: ɪʟ sᴏʟɪᴛᴏ.
Ormai io e Jackson abbiamo una tradizione.
Almeno un sabato al mese andiamo al nostro ristorante preferito, dove fanno parecchi tipi di cucina.
Cucinano italiano, tailandese, cinese, giapponese, messicano e molte altre varietà.
Insomma, è il paradiso delle papille gustative.
Beh, per me e le mie papille qualsiasi piatto cucinato da qualcuno che non sia io è il paradiso.
Io non mi posso nemmeno avvicinare ai fornelli.
O brucio il cibo, o faccio andare a fuoco qualcosa, o brucio il cibo e faccio andare a fuoco qualcosa.
Insomma, sono un completo disastro.
E non solo in cucina.
Lo sono sempre.
Dato che Jax mi passa a prendere ogni volta per l'una circa, mi inizio già a preparare anche se sono solo le undici.
Devo pure farmi una doccia. Le ragazze hanno bisogno di tempo per la doccia.
Prendo un cambio per l'intimo e i vestiti e porto tutto in bagno, appoggiandoli su un mobiletto posizionato secondo le regole del Feng Shui - mia madre ne è davvero fissata - e apro l'acqua calda.
Nel frattempo prendo anche l'accappatoio e un asciugamano per i capelli, e appoggio entrambi sul bordo del lavandino, che si trova accanto alla doccia.
Mi spoglio e getto i vestiti nel cesto dei panni sporchi.
Apro l'anta della doccia, e una volta entrata la richiudo dietro di me.
Lascio che l'acqua scorra sulla mia pelle, e alzo la faccia in direzione del getto, così da svegliarmi completamente.
Rilasso ogni muscolo del corpo, beandomi di quello stato di relax, quando l'acqua diventa completamente bollente.
Mi sposto di scatto in un angolo della doccia, mettendomi ad urlare. «Porca troia, ho preso fuoco!»
Sento mia madre urlare dalla cucina. «Scusa tesoro, ma mi serviva l'acqua fredda! Ora ho finito però.»
«Nel frattempo mi sono ustionata e sono bollita» borbotto.
Allungo titubante una mano sotto il getto per verificare la temperatura dell'acqua, e lascio un sospiro di sollievo quando vedo che è tornata accettabile.
Prendo lo shampoo e insapono per bene miei capelli. Sono la cosa che più mi piace di me. Mi arrivano a metà schiena e sono biondi.
Prendo il bagnoschiuma e insapono il corpo, per poi sciacquare il tutto.
Una volta finito chiudo l'acqua e strizzo i capelli, per poi avvolgerli in un asciugamano arancione fluo che sarà pure peggio di un pugno nell'occhio, ma è morbidissimo.
Mia madre e gli acquisti sobri sono due rette parallele che non si scontreranno manco per miracolo.
Indosso l'accappatoio ed esco dalla doccia.
Vedo lo specchio sopra il lavandino appannato, così inizio a scrivere "Ivy è la migliore" e "Jackson è stupido ma lo adoro".
So di far incazzare mia madre, perché le sporco lo specchio, ma stamattina mi ha svegliata troppo presto e io mi vendico.
Faccio una foto alle scritte sullo specchio e la invio al mio migliore amico, dopodiché mi inizio a preparare sul serio.
*****
«Ciao luce che illumina le mie giornate.» Jax mi lascia un bacio sulla guancia.
«Non lavoro mica per Enel Energia» ribatto.
Il suo sorriso si spegne. «Fai schifo.»
Scoppio a ridere.
Vedo Andrew nel suo cortile, così abbasso il finestrino dell'auto di Jax e lo chiamo per salutarlo.
Mi sorride a agita la mano, poi io tiro su il finestrino e Jax mette in moto l'auto.
«Chi è quel bel bocconcino?» Ammicca verso di me.
«Si chiama Andrew ed è il mio nuovo vicino di casa. Ha qualche anno in più di noi ed è stato obbligato dalla madre a fare yoga. Non so altro, ma è simpatico.»
«Quanto vorrei che giocasse nella mia squadra» sospira.
Rido. «Mai dire mai.»
Arriviamo al ristorante e ordiniamo.
Mentre aspettiamo urto per sbaglio con il gomito la saliera che si trova sul tavolo, facendola cadere a terra.
Io mi pietrifico.
Jax si pietrifica.
I vecchietti del tavolo accanto pure.
Manco fosse passata Medusa.
Jax mi guarda negli occhi. «Hai la minima idea di quello che hai appena fatto?»
Rido nervosamente. «Ho solo fatto cadere del sale.»
«Hai solo fatto cadere del sale?!» Strabuzza gli occhi. «Hai la minima idea di quanta sfiga porti?»
Inclino la testa di lato e lo osservo attentamente. «Andiamo Jax, non crederai davvero a queste cose.»
«Non solo io.» Lui indica la coppia di anziani.
Mi giro a guardarli e vedo la vecchietta che si sta facendo il segno della croce ripetutamente.
Torno a guardare il mio migliore amico. «Non è successo niente. E per dimostrarti che non si deve credere a sciocchezze del genere adesso incrocio le posate.» E lo faccio davvero.
Lui sgrana gli occhi.
Sento delle gocce d'acqua arrivarmi sulla faccia e mi giro verso la direzione da cui continua ad arrivare.
Vedo la vecchietta di prima con una boccetta in mano di... Ma è acqua santa quella?!
Poi si sente dello strano odore e vedo che ha con sé dell'incenso.
La guardo male. «Cos'è, ha svaligiato una chiesa o ha rubato la borsa di Mary Poppins?»
Poi vedo arrivare il cameriere, che inciampa in una pianta e fa cadere il vassoio con un piatto di brodo che finisce in testa ad una ragazza, che urla dicendo che è bollente.
Nel frattempo il cameriere finisce addosso ad un ragazzo ed entrambi cadono a terra, trascinando con sé la tovaglia e tutto quello che c'era sopra.
Il rumore di piatti e bicchieri rotti si sente in tutta la sala.
La vecchietta scuote la testa, delusa probabilmente dal fatto che il suo rito non abbia funzionato. O delusa perché tra tutti, sono stata proprio io lo spermatozoo vincente.
Jackson mi guarda con un sopracciglio alzato. «E poi dici che non dovrei credere a queste cose? Lo sanno tutti che alla sfiga non c'è mai fine. E ora vedi di spostare quelle posate prima che succeda altro.»
Rido e faccio come mi dice.
Tanto non ci credo lo stesso.