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Ti giuro che non sono una psicopatica

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Blurb

Ivy Jane è una ragazza di ventidue anni un po' fuori dagli schemi.

Con una madre convinta che praticare l'arte orientale del Feng Shui sia la soluzione a tutti i problemi della famiglia e un padre che ogni mattina si mette ad urlare contro il cane dei vicini che fa la pipì sulla loro siepe, Ivy è ormai sicura che la sua famiglia sia una causa persa.

Ha un cugino incredibilmente furbo che ama ricattarla, e una zia che non fa altro che criticarla.

Ed è proprio a causa del ritorno di quest'ultima che la vita di Ivy prenderà una piega particolare.

Per fortuna che al suo fianco c'è sempre il suo migliore amico Jackson, pronto a sostenerla e a seppellire eventuali cadaveri.

«Cosa ne pensi della legge?»

«Che è stata fatta per essere infranta.»

«E dell'omicidio?»

«Che certe volte è necessario.»

«Sì, sei senza dubbio sociopatica e psicopatica.»

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01 | è ᴍᴏʀᴛᴏ ɪɴsᴇɢɴᴀɴᴅᴏ ʏᴏɢᴀ.
Fisso le pareti della mia camera, abbastanza disgustata. Ogni parete ha un colore diverso, e anche gli angoli sono colorati diversamente. Mia madre è fissata con il Feng Shui, un'antica arte cinese che consiste nel disporre degli oggetti in modo specifico nella casa. Ad ogni punto cardinale corrisponde un colore, così mia madre ha trovato simpatica l'idea di far dipingere la mia camera di otto colori diversi. Perché, ovviamente, è normale per una ragazza di ventidue anni avere la propria camera che potrebbe essere scambiata per quella di Arlecchino. Nonostante detesti queste pareti, passo più tempo possibile nella mia camera. L'ultima volta che ho passato il pomeriggio fuori da questa stanza e mia madre era in casa, abbiamo passato il tempo con lei che diceva tesoro, questa pianta alta va ad Est, non a nord oppure tesoro, non spostare quel masso, è nella direzione giusta, se no rischi di irritare i chakra. Mio padre ormai ci ha fatto l'abitudine, anche se spesso si diverte a spostare gli oggetti per far innervosire la mamma, sperando che in questo modo smetta questa sua fissazione. Per non parlare dello yoga, che mia madre si ostina a praticare ogni giovedì pomeriggio, obbligando anche me e papà a fare i contorsionisti su uno stupido tappetino di gomma. Distolgo lo sguardo da quelle, a dir poco orrende, pareti colorate, e prendo il cellulare per scrollare la home di i********:. Gente a Ibiza, gente ai Caraibi, gente su uno yacht. Ed io a casa con mamma e papà. Che bello quando devi ricominciare l'università tra due settimane circa e le uniche vacanze che faccio io sono a quel paese ogni volta che sono di fretta e attraverso con il rosso, e le persone al volante tirano giù tutti i Santi perché sono costrette a frenare di colpo. Dopo aver perso più di venti minuti a deprimermi, sento il mio stomaco brontolare, così scendo in cucina a saccheggiare il mobile. Apro il congelatore e prendo la vaschetta di gelato, prendo il cucchiaio da un cassetto e mi giro pronta a tornare in camera. Peccato che durante il percorso incontro mia madre, che mi fissa con le braccia incrociate davanti al petto. Osservo attentamente come scruta il modo in cui sono vestita e il cibo che ho preso, così un pensiero mi attraversa la mente, facendomi venire un brivido freddo lungo la schiena. Oggi è giovedì. Mi sorride. «Tesoro, è il momento dello yoga. Metti giù quel cibo.» Non mi dà tempo di replicare che mi toglie tutto dalle mani e lo rimette al proprio posto, per poi afferrarmi un polso e trascinarmi fino al salotto, dove sei materassini di gomma sono srotolati sul pavimento. Mi giro verso di lei confusa. «Mamma, perché ci sono tre materassini in più?» «Ho invitato Malory, la nostra nuova vicina, che a sua volta ha obbligato il marito e il figlio a fare yoga. Il maestro sta per arrivare.» Sento il campanello suonare, e mia madre mi esorta ad andare ad aprire la porta di casa. Davanti a me c'è una donna con dei pantaloni attillati giallo fluo e una canottiera arancione. Sbatto un paio di volte le palpebre, per abituarmi alla vista della donna evidenziatore, e poi mi presento. «Salve, sono Ivy.» Allungo una mano verso di lei, che me la stringe forte e inizia a scuoterla energicamente. «Sono Malory. Lui», indica un uomo alla sua destra, «è William, mio marito.» Poi si gira alla sua sinistra per indicare un altro uomo, molto più giovane. «E lui è Andrew, mio figlio.» Poi si rivolge al marito. «Andiamo tesoro! Ti faccio conoscere Camille e Daniel! Sono così simpatici!» Malory trascina via suo marito, che ha la faccia di uno che sta pensando di arrampicarsi su per il camino e poi buttarsi giù dal tetto. Lasciano indietro Andrew, che entra e mi affianca. Lo guardo e sorrido. «Si vede che vorresti essere da tutt'altra parte. Sei qui perché tua madre ti ha corrotto o perché ti ha minacciato?» Ride. «Mi ha minacciato.» «E cosa ti ha detto di così tanto pauroso da farti venire a fare yoga?» «Mi ha detto che mi avrebbe bucato le ruote della mia auto. Meglio non rischiare, dato che mi serve per andare a lavoro. E anche perché l'ha già fatto una volta a mio padre, quindi so che non scherza,» Andiamo verso il salotto. Andrew si gira a guardarmi. «Fammi indovinare, anche tu hai ricevuto delle minacce?» Ridacchio. «Oh, sì, ci puoi scommettere.» Annuisco per enfatizzare il concetto. «Mia madre ha minacciato me e mio padre che, se non avessimo fatto yoga con lei, avrebbe venduto ogni tele, ogni computer e ogni tablet in questa casa. E avrebbe tolto il wifi.» Andrew ride. «Quelle due si sono trovate.» «Eh già. Non mi sorprende che già siano amiche.» Si sente di nuovo il campanello e mia madre inizia, letteralmente, a battere le mani. «È arrivato il nuovo maestro! Dicono che sia bravissimo!» Si dirige verso la porta di casa. Borbotto un «uccidetemi» e mio padre concorda con il mio pensiero. Quando mia madre torna in salotto, dietro di lei c'è... è un vecchietto quello? Spalanco la bocca, scioccata, e mio padre mi tira una gomitata. «Ma non è che gli viene un infarto per il troppo sforzo?» chiedo, sinceramente preoccupata. Andrew mi fissa. «Ma quanto sarebbe brutto per i suoi parenti dire al funerale "è morto insegnando yoga"?» Mi giro a guardarlo. «Sarebbe uno shock. Ma la vera domanda è: se dovesse morire in una posizione strana, dici che riuscirebbero a farlo tornare normale o lo infilano nella bara così?» Andrew scoppia a ridere, poi ci posizioniamo ognuno su un tappetino di gomma colorato e prego mentalmente che passi tutto in fretta. Il vecchietto si mette davanti a tutti noi. «Allora, dovete inginocchiarvi sul tappetino e allungarvi in avanti con la schiena, fino a stenderla completamente.» Faccio come dice. Non sono per niente elastica, quindi non riesco ad andare giù con la schiena più di tanto. Il maestro di yoga, di cui non so il nome, passa tra di noi per correggere le nostre posizioni. Quando è vicino a mia madre e Malory, noto che il suo sguardo cade per più di qualche secondo sui loro sederi. E lo notano anche mio padre e William, che non ci pensano due volte a fare dei commenti e a far sloggiare il vecchietto. Quando arriva a me, mi guarda con disappunto. «Andiamo ragazza! E tu quello me lo chiami yoga? Sei giovane, dovresti essere elastica, e quella schiena deve essere più giù.» «Sì, infatti tesoro, la schiena dovrebbe essere più giù.» Mia madre si mette ad annuire da sola, e Malory la segue. Vedo mio padre ridere e Andrew guardarmi con pena. Ci sono solo capitate delle mamme per niente normali. Ma il karma gira per tutti. «Ma io non rie-» non faccio in tempo a finire di replicare che il maestro di yoga mette un piede sulla mia schiena e me la spinge bruscamente verso terra. Ew, spero si sia lavato i piedi. La mia schiena scricchiola ed io gemo di dolore, trattenendo a stento tutti gli epiteti poco carini che stanno attraversando la mia mente. La mia colonna vertebrale è appena diventata un duo. «Ma lei non doveva, che so, morire di infarto?» mi lamento. Il vecchietto sorride diabolico. «Sei giovane, che sarà mai un po' di dolore?» «Eh, magari una colonna vertebrale divisa a metà?» replico, ironica. Andrew ride, così il vecchietto va da lui, facendo la stessa cosa che ha fatto con me, lamentandosi che i giovani di oggi non si sanno allungare minimamente. Neanche la schiena di Andrew è stata silenziosa. Odio lo yoga. E scommetto che la sta odiando anche Andrew. Stasera, con mio padre, butterò giù un piano su come far odiare lo yoga alla mamma. O come far fuori questo vecchietto insopportabile.

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