2. Passai una nottata orribile. Mi faceva male dappertutto, ma specialmente ero terrorizzata e demoralizzata. Provai a dirmi che in fondo non mi era successo niente di grave, che in fondo me l’ero cavata bene, ma il problema non era ciò che era successo (anche), ma ciò che avrebbe potuto succedere. Mi misi a letto tutta vestita, mi appallottolai sotto il piumino e non dormii neppure un secondo. Sentii le voci di quei due che parlavano in russo e, a un certo punto, sentii persino una risata. Poi il silenzio. Un silenzio spaventoso, perché non sapevo che cosa stessero facendo. Ovviamente sapevo che logicamente dovevano essere andati a dormire, almeno uno di loro, ma ero terrorizzata lo stesso. Sidor Guryev era il tizio di cui mi aveva parlato Gus. L’altro nome che aveva detto – e che non